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Hor Rodomonte che notar ſi vede
Dinanzi a quei Signor di doppio ſcorno,
Dal ſuo Re, a cui per riuerentia cede:
E da la donna ſua: tutto in vn giorno,
Quiui non volſe piú fermare il piede,
E de la molta turba e’ hauea intorno
Seco non tolſe piú che duo Tergenti
Et vſci de i Moreſchi alloggiamenti.
[111]
Come partendo afflitto Tauro ſuole
Che la giuuéca al vincitor ceffo habbia:
Cercar le ſelue, e le riue piú ſole,
Lugi da i paſchi, o qualche arrida ſabbia
Doue muggir non ceſſa all’òbra e al ſole
Ne perho ſcema l’amorofa rabbia:
Coſi ſen va di gran dolor confuſo
Il Re d’Algier da la ſua donna eſclufo.
[112]
Per rihauere il buon deſtrier ſi moſſe
Ruggier, che giá per qſto s’era armato
Ma poi di Mandricardo ricordoſſe
A cui de la battaglia era vbligato,
Non ſegui Rodomonte, e ritornoſſe
Per entrar col Re Tartaro in ſteccato
Prima che’ntraffe il Re di Sericana
Che l’altra lite hauea di Durindana.
[113]
Veder torſi Frontin troppo gli peſa
Dinanzi a gliocchi, e non poter vietarlo:
Ma dato e’ habbia ſine a queſta impreſa
Ha ferma intention di ricourarlo,
Ma Sacripante che non ha conteſa
Come Ruggier, che poſſa diſtornarlo
E che non ha da far altro che queſto
Per l’orme vien di Rodomonte preſto.
[114]
E toſto l’hauria giunto ſé non era
Vn caſo ſtrano che trouo tra via:
Che lo ſé dimorar fin’ alla ſera
E perder le veſtigie che ſeguia:
Trouo vna donna che ne la riuiera
Di Senna, era caduta, e vi peria
S’ a darle toſto aiuto non veniua:
Salto ne l’acqua e la ritraſſe a ri uá.
[115]
Poi quando in fella volſe riſalire
Aſpettato non ſu dal ſuo deſtriero,
Che fin’ a ſera ſi fece ſeguire
E non ſi laſcio prender di leggiero:
Preſelo al ſin, ma non ſeppe venire
Piú d’ onde s’ era tolto dal ſentiero:
Duceto miglia erro tra piano e monte
Prima che ritrouaſſe Rodomonte.
[116]
Doue trouollo, e come ſu conteſo
Con diſuantaggio assai di Sacripante,
Come perde il cauallo e reſto preſo,
Hor non diro, e’ ho da narrarui inante
Di quanto ſdegno, e di quanta ira acceſo
Cetra la Dona, e cétra il Re Agramante
Del campo Rodomonte ſi partiſſe
E ciò che contra all’uno e all’altro diſſe.
[117]
Di cocenti ſoſpir l’aria accendea
Douunq3 andaua il Saracin dolente:
Eccho per la pietá che gli n’ hauea
Da caui faſſi riſpondea ſouente,
O feminile ingegno (egli dicea)
Come ti volgi e muti facilmente:
Contrario oggetto proprio de la fede:
O inſelice, o miſer chi ti crede.