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ORLANDO FVRIOSO DI MESSER LVDOVICO
ARIOSTO ALLO ILLVSTRISSIMO E REVE
RENDISSIMO CARDINALE DON
NO HIPPOLYTO DA ESTE
SVO SIGNORE.
CANTO PRIMO
[1]
Le corteſie: l’audaci īpreſe io canto
Che furo al tēpo che paſſaro i Mori
D’Africa il mare, e in Francia nocquer tanto
Seguendo l’ire, e i giouenil furori
D’Agramante lor Re, che ſi die vanto
Di vendicar la morte di Troiano
Sopra re Carlo imperator romano.
[2]
Diro d’Orlando in vn medeſmo tratto
Coſa non detta in proſa mai ne in rima
Che per amor venne in furore e matto
D’huom che ſi ſaggio era ſtimato prīa
Se da colei che tal quaſi m’ha fatto
Che ’l poco īgegno adhor adhor mi lima
Me ne ſara pehro tanto conceſſo
Che mi baſti a finir quāto ho promeſſo
[3]
Piacciaui generoſa Herculea prole
Ornamento e ſplendor del ſecol noſtro
Hippolyto aggradir queſto che vuole
E darui ſol puo l’humil ſeruo voſtro
Quel ch’io vi debbo, poſſo di parole
Pagare in parte e d’opera d’inchioſtro,
Ne che poco io vi dia da imputar ſono
Che quanto io poſſo dar, tutto vi dono
[4]
Voi ſentirete fra i piu degni Heroi
Che nominar cō laude m’apparecchio
Ricordar quel Ruggier che fu di voi
E devoſtri aui illuſtri il ceppo vecchio.
L’alto valore e’ chiari geſti ſuoi
Vi faro vdir ſe voi mi date orecchio
E voſtri alti penſier cedino vn poco
Si che tra lor miei uerſi habbiano loco.
[5]
Orlando che gran tempo inamorato
Fu de la bella Angelica, e per lei
In India, in Media, in Tartaria laſciato
Hauea infiniti, & immortal trofei
In Ponente con eſſa era tornato
Doue ſotto i gran monti Pyrenei
Con la gente di Francia e de Lamagna
Re Carlo era attendato alla campagna