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Rodomonte, col figlio d’Agricane
La ſeguitaro il primo giorno vn pezzo,
Che le vedean le ſpalle, ma lontane
Di viſta poi perderonla da ſezzo,
E venner per la traccia come il cane
La lepre o il capriol trouare auezzo
Ne ſi fermar, che ſuro in parte, doue
Di lei: ch’era col padre hebbono nuoue.
[7]
Guardati Carlo, che’l ti viene adoſſo
Tanto furor, ch’io non ti veggo (campo.
Ne queſti pur ma’l Re Gradaſſo e moſſo
Con Sacripante, a danno de’l tuo campo:
Fortuna per toccarti fin’ all’oſſo
Ti tolle a un tepo l’uno e l’altro lampo
Di ſorza e di ſaper, che viuea teco:
E tu rimaſo in tenebre fei cieco.
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Io ti dico d’Orlando e di Rinaldo
Che l’uno al tutto ſurioſo e ſolle
Al ſeréo, alla pioggia, al ſreddo, al caldo
Nudo va diſcorrendo il piano e’l colle,
l’altro con ſenno non troppo piú ſaldo
D’ appreſſo al gran biſogno ti ſi tolle
Che no trouando Angelica in Parigi
Si parte, e va cercandone veſtigi.
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Vn ſraudolente vecchio incantatore
Gli ſé (come a principio vi ſi diſſe)
Creder per vn fantaſtico ſuo errore
Che con Orlando Angelica veniſſe:
Onde di Geloſia tocco nel core
De la maggior ch’amante mai ſentiſſe:
Venne a Parigi, e come apparue in corte
D’ ire in Bretagna gli tocco per ſorte.
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Hor fatta la battaglia, onde portonne
Egli l’honor d’ hauer chiuſo Agramante,
Torno a Parigi, e moniſter di donne
E caſe, e rocche, cerco tutte quante,
Se murata non e tra le colonne
l’hauria trouata il curioſo amante
Vedendo al ſin ch’ella non v’e ne Orlado
Amèduo va con gran diſio cercando.
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Pèſo che dètro Anglate o dètro a Braua
Se la godeſſe Orlado i feſta e in giuocho
E qua e la, per ritrouarla andaua
Ne in quel la ritrouo ne in qſto loco:
A Parigi di nuouo ritomaua
Penſando che tardar doueſſe poco
Di capitare il Paladino al varco:
Che’l ſuo ſtar ſuor non era ſenza incarco
[12]
Vn giorno o duo ne la citta ſoggiorna
Rinaldo, e poi ch’Orlando non arriua
Horverſo Anglate, hor verſo Braua torna
Cercando ſé di lui nouella vdiua,
Caualca, e qn annota, e qn aggiorna
Alla ſreſca Alba, e all’ardete hora eſtiua
E fa al lume del Sole e de la Luna
Dugento volte queſta via non ch’una.
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Ma l’antiquo auerſario ilqual fece Eua
AH’ interdetto pome alzar la mano
A Carlo vn giorno i liuidi occhi leua
Che’l buon Rinaldo era da lui lontano,
E vedendo la rotta, che poteua
Darſi in quel puto al populo Chriſtiano,
Quata eccellétia d’arme al mondo ſuſſe
Fra tutti i Saracini, iui conduſſe,