Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/379


 [6]
Rodomonte, col figlio d’Agricane
     La ſeguitaro il primo giorno vn pezzo,
     Che le vedean le ſpalle, ma lontane
     Di viſta poi perderonla da ſezzo,
     E venner per la traccia come il cane
     La lepre o il capriol trouare auezzo
     Ne ſi fermar, che ſuro in parte, doue
     Di lei: ch’era col padre hebbono nuoue.

 [7]
Guardati Carlo, che’l ti viene adoſſo
     Tanto furor, ch’io non ti veggo (campo.
     Ne queſti pur ma’l Re Gradaſſo e moſſo
     Con Sacripante, a danno de’l tuo campo:
     Fortuna per toccarti fin’ all’oſſo
     Ti tolle a un tepo l’uno e l’altro lampo
     Di ſorza e di ſaper, che viuea teco:
     E tu rimaſo in tenebre fei cieco.

 [8]
Io ti dico d’Orlando e di Rinaldo
     Che l’uno al tutto ſurioſo e ſolle
     Al ſeréo, alla pioggia, al ſreddo, al caldo
     Nudo va diſcorrendo il piano e’l colle,
     l’altro con ſenno non troppo piú ſaldo
     D’ appreſſo al gran biſogno ti ſi tolle
     Che no trouando Angelica in Parigi
     Si parte, e va cercandone veſtigi.

 [9]
Vn ſraudolente vecchio incantatore
     Gli ſé (come a principio vi ſi diſſe)
     Creder per vn fantaſtico ſuo errore
     Che con Orlando Angelica veniſſe:
     Onde di Geloſia tocco nel core
     De la maggior ch’amante mai ſentiſſe:
     Venne a Parigi, e come apparue in corte
     D’ ire in Bretagna gli tocco per ſorte.

 [10]
Hor fatta la battaglia, onde portonne
     Egli l’honor d’ hauer chiuſo Agramante,
     Torno a Parigi, e moniſter di donne
     E caſe, e rocche, cerco tutte quante,
     Se murata non e tra le colonne
     l’hauria trouata il curioſo amante
     Vedendo al ſin ch’ella non v’e ne Orlado
     Amèduo va con gran diſio cercando.

 [11]
Pèſo che dètro Anglate o dètro a Braua
     Se la godeſſe Orlado i feſta e in giuocho
     E qua e la, per ritrouarla andaua
     Ne in quel la ritrouo ne in qſto loco:
     A Parigi di nuouo ritomaua
     Penſando che tardar doueſſe poco
     Di capitare il Paladino al varco:
     Che’l ſuo ſtar ſuor non era ſenza incarco

 [12]
Vn giorno o duo ne la citta ſoggiorna
     Rinaldo, e poi ch’Orlando non arriua
     Horverſo Anglate, hor verſo Braua torna
     Cercando ſé di lui nouella vdiua,
     Caualca, e qn annota, e qn aggiorna
     Alla ſreſca Alba, e all’ardete hora eſtiua
     E fa al lume del Sole e de la Luna
     Dugento volte queſta via non ch’una.

 [13]
Ma l’antiquo auerſario ilqual fece Eua
     AH’ interdetto pome alzar la mano
     A Carlo vn giorno i liuidi occhi leua
     Che’l buon Rinaldo era da lui lontano,
     E vedendo la rotta, che poteua
     Darſi in quel puto al populo Chriſtiano,
     Quata eccellétia d’arme al mondo ſuſſe
     Fra tutti i Saracini, iui conduſſe,