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 [136]
E da lui da Viuian, da Malagigi:
     Dal ferito Aldigier tolſe commiato,
     Si proferirò anch’eſſi alli ſeruigi
     Di lui, debitor ſempre in ogni lato,
     Marphiſa hauea ſi il core d’ire a Parigi
     Che’l ſalutar gli amici hauea ſcordato
     Ma Malagigi andò tanto e Viuiano
     Che pur la falutaron di lontano.

 [137]
E coli Ricciardetto, ma Aldigiero
     Giace, e conuien che ſuo malgrado reſti,
     Verſo Parigi hauean preſo il ſentiero
     Quelli duo prima, & hor lo pigliali qſti,
     Dirui Signor ne l’altro canto ſpero
     Miracoloſi e fopra humani geſti
     Che con danno de gli huomini di Carlo
     Ambe le coppie ſer di ch’io vi parlo.


CANTO XXVII



 [1]

M
Olti conſigli de le donne ſono

     Meglio improuiſo ch’a penſarui vſciti
     Ch queſto e ſpetiale e proprio dono
     Fra tanti e tanti lor dal ciel largiti:
     Ma può mal ql de glihuomini eér buono
     Che maturo diſcorſo non aiti:
     Oue non s’habbia a ruminarui fopra
     Spefo alcun tépo e molto ſtudio & opra.

 [2]
Parue, e no ſu perho, buono il conſiglio
     Di Malagigi, anchor ch (come ho detto)
     Per queſto di grandiſſimo periglio
     Liberaſſi il cugin ſuo Ricciardetto,
     A leuare indi Rodomonte e il figlio
     Del Re Agrica, lo ſpirto hauea gſtretto
     Non auuertendo che farebbon tratti
     Doue i Chriſtian ne rimarrian disfatti.

 [3]
Ma ſé ſpatio a penſarui haueſſe hauuto
     Creder ſi può, che dato ſimilmente
     Al ſuo Cugino hauria debito aiuto
     Ne fatto danno alla Chriſtiana gente,
     Comandare allo ſpirto hauria potuto
     Ch’alla via di Leuante, o di Ponente
     Si dilungata haueſſe la Donzella
     Che non n’udiſſe Francia piū nouella.

 [4]
Coſi gliamanti ſuoi l’haurian ſeguita
     Come a Parigi, ancho in ogn’altro loco
     Ma ſu queſta auuertenza inauuertita
     Da Malagigi, per penſarui poco,
     E la malignitā dal ciel bandita
     Che ſemp vorria ſangue e ſtrage e fuoco
     Preſe la via donde piū Carlo affliſſe
     Poi che neſſuna il Maſtro gli preſeriſſe.

 [5]
Il palaſren e’ hauea il Demonio al ſianco
     Porto la ſpauentata Doralice,
     Che no potè arreſtarla fiume, e manco
     Foſſa, boſco, palude, erta, o pendice,
     Fin che p mezo il capo Ingleſe e Fraco
     E l’altra moltitudine fautrice
     De l’infegne di Chriſto, raffegnata
     No l’hebbe al padre ſuo Re di Granata.