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Malagigi e Viuian che l’arme haueano
Come per guardia e ſicurta del reſto:
Si moſſero dal luogo oue ſedeano
l’un come l’altro alla battaglia preſto:
Perche gioſtrar co amenduo credeano
Ma l’African che non venia per queſto
Non ne ſé ſegno o mouimento alcuno:
Si che la gioſtra reſto lor contra vno.
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Viuiano e il primo, e co gra cor ſi muoue
E nel venire abbaſſa vn’ haſta groſſa,
E’l Re pagan da le famoſe pruoue
Da l’altra parte vien con maggior poſſa,
Dirizza l’uno e l’altro e ſegna doue
Crede meglio fermar l’aſpra percoſſa,
Viuiano in damo a l’elmo il Pagan fere
Che non lo fa piegar non che cadere.
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Il Re Pagan e’ hauea piú l’haſta dura
Fé lo ſcudo a Viuian parer di ghiaccio,
E ſuor di fella in mezo alla verdura
All’herbe, e a i fiori il ſé cadere í braccio
Vien Malagigi, e ponſi in auentura
Di vendicare il ſuo fratello auaccio,
Ma poi d’ adargli appſſo hebbe tal fretta
Che gli ſé compagnia piú che vendetta.
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l’altro ſratel ſu prima del cugino
Coli’ arme in doſſo: e fu’l deſtrier ſalito
E diffidato contra il Saracino
Venne a ſcontrarlo a tutta briglia ardito,
Riſono il colpo in mezo a l’elmo ſino
Di quel Pagan ſotto la viſta vn dito,
Volo al ciel l’haſta i quattro troclii rotta
Ma non moſſe il Pagan per quella botta.
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Il Pagan feri lui dal lato manco:
E perche il colpo ſu con troppa ſorza
Poco lo ſcudo, e la corazza manco
Gli valſe, che s’aprir come vna ſcorza:
Paſſo il ferro crudel l’homero bianco
Piego Aldigier ferito a poggia e ad orza
Tra fiori & herbe al ſin ſi vide auolto
Roſſo ſu l’arme, e pallido nel volto.
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Co molto ardirvié Ricciardetto appſſo:
E nel venire arreſta ſi gran lancia
Che moſtra ben come ha moſtrato ſpeffo
Che degnamente e Paladin di Francia,
Et al Pagan ne facea ſegno eſpreffo
Se foſſe ſtato pari alla bilancia:
Ma ſozopra n’ andò, perche il cauallo
Gli cadde adoſſo, e non giá per ſuo fallo.
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Poi ch’altro cauallier non ſi dimoſtra
Ch’ai Pagan per gioſtrar volti la ſronte:
Penſa hauer guadagnato de la gioſtra
La Donna, e venne a lei preſſo alla ſonte:
E diſſe, damigella ſete noſtra
S’altri non e per voi ch’in fella monte:
Noi potete negar, ne farne iſcuſa
Che di ragion di guerra coſi s’ufa.
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Marphiſa alzando con vn viſo altiero
La faccia (diſſe) il tuo parer molto erra,
Io ti concedo che direſti il vero
Ch’ io farei tua per la ragion di guerra,
Quado mio Signor foſſe o caualliero
Alcun di queſti e’ hai gittato in terra:
Io ſua non ſon, ne d’altri ſon che mia
Dunque me tolga a me, chi mi deſia.