Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/366


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Queſta beſtia crudele vſci del fondo
     De lo’nferno, a quel tempo che fur fatti
     Alle campagne i termini, e ſu il pondo
     Trouato, e la miſura, e ſcritti i patti,
     Ma no andò a pricipio in tutto’l mondo
     Di ſé laſcio molti paeſi intatti:
     Al tempo noſtro in molti lochi ſturba
     Ma i populari oſſende e la vii turba.

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Dal ſuo principio infin’ al ſecol noſtro
     Semp e creſciuto, e ſemp ádra creſcédo:
     Semp creſcédo al lúgo Sdar ſia il moſtro
     Il maggior ch mai foſſe e lo piú horrédo
     Quel Phyton che p charte e p ichioſtro
     S’ode che ſu ſi horribile e ſtupendo
     Alla meta di queſto non ſu tutto:
     Ne tanto abomineuol ne ſi brutto.

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Fara ſtrage crudel, ne fará loco
     Che non guaſti contamini, & inſetti,
     E quanto moſtra la ſculttira e poco
     De ſuoi neſandi e abominoſi effetti,
     Al mondo di gridar merce giá roco
     Queſti de iquali i nomi habbiamo letti
     Che chiari ſpléderan piú che Piropo
     Verráno a dare aiuto al maggior vopo.

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Alla ſera crudele il piú moleſto
     Non fará di Franceſco il Re de Frachi,
     E ben còuien che molti ecceda in qſto
     E neſſun prima, e pochi n’ habbia a ſischi
     Quado in ſpledor real, quádo nel reſto
     Di virtú, fará molti parer manchi,
     Che giá paruer compiuti, come cede
     Toſto ogn’ altro ſpledor chel Sol ſi vede.

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l’anno primier del fortunato regno
     NO ferma anchor ben la corona in ſronte
     Paſſera l’alpe, e romperá il diſegno
     Di chi all’icótro haura occupato il mote
     Da giuſto ſpinto e generoſo ſdegno
     Che vendicate anchor non ſieno l’onte
     Che dal furor da paſchi e mandre vſcito
     l’eſercito di Francia haura patito.

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E quindi ſcendera nel ricco piano
     Di Lobardia, col fior di Francia intorno,
     E ſi l’Eluetio ſpezzera ch’in vano
     Fara mai piú penſier d’ alzare il corno
     Con grande e de la Chieſa e del’Hiſpano
     Capo, e del Fiorétin vergogna e ſcorno:
     Eſpugnera il caſtel che prima ſtato
     Sara non eſpugnabile ſtimato.

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Sopra ogn’ altr’ arme ad eſpugnarlo: molto
     Piú gli varrá quella honorata ſpada,
     Con laqual prima haura di vita tolto
     Il Monſtro corruttor d’ogni contrada,
     Conuien ch’inanzi a quella ſia riuolto
     In ſuga ogni ſtendardo o a terra vada,
     Ne ſoſſa, ne ripar, ne groſſe mura
     Poſſan da lei tener citta ſicura,

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Queſto principe haura quata eccelleva
     Hauer felice Imperator mai debbia,
     l’animo del gran Ceſar, la prudenza
     Di chi moſtrolla a Traſimèo e a Trebbia
     Con la Fortuna d’ Aleſſandro, ſenza
     Cui, faria ſumo ogni diſegno e nebbia,
     Sara ſi liberal ch’io lo contemplo
     Qui nò hauer ne paragon ne efemplo.