Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
[40]
Queſta beſtia crudele vſci del fondo
De lo’nferno, a quel tempo che fur fatti
Alle campagne i termini, e ſu il pondo
Trouato, e la miſura, e ſcritti i patti,
Ma no andò a pricipio in tutto’l mondo
Di ſé laſcio molti paeſi intatti:
Al tempo noſtro in molti lochi ſturba
Ma i populari oſſende e la vii turba.
[41]
Dal ſuo principio infin’ al ſecol noſtro
Semp e creſciuto, e ſemp ádra creſcédo:
Semp creſcédo al lúgo Sdar ſia il moſtro
Il maggior ch mai foſſe e lo piú horrédo
Quel Phyton che p charte e p ichioſtro
S’ode che ſu ſi horribile e ſtupendo
Alla meta di queſto non ſu tutto:
Ne tanto abomineuol ne ſi brutto.
[42]
Fara ſtrage crudel, ne fará loco
Che non guaſti contamini, & inſetti,
E quanto moſtra la ſculttira e poco
De ſuoi neſandi e abominoſi effetti,
Al mondo di gridar merce giá roco
Queſti de iquali i nomi habbiamo letti
Che chiari ſpléderan piú che Piropo
Verráno a dare aiuto al maggior vopo.
[43]
Alla ſera crudele il piú moleſto
Non fará di Franceſco il Re de Frachi,
E ben còuien che molti ecceda in qſto
E neſſun prima, e pochi n’ habbia a ſischi
Quado in ſpledor real, quádo nel reſto
Di virtú, fará molti parer manchi,
Che giá paruer compiuti, come cede
Toſto ogn’ altro ſpledor chel Sol ſi vede.
[44]
l’anno primier del fortunato regno
NO ferma anchor ben la corona in ſronte
Paſſera l’alpe, e romperá il diſegno
Di chi all’icótro haura occupato il mote
Da giuſto ſpinto e generoſo ſdegno
Che vendicate anchor non ſieno l’onte
Che dal furor da paſchi e mandre vſcito
l’eſercito di Francia haura patito.
[45]
E quindi ſcendera nel ricco piano
Di Lobardia, col fior di Francia intorno,
E ſi l’Eluetio ſpezzera ch’in vano
Fara mai piú penſier d’ alzare il corno
Con grande e de la Chieſa e del’Hiſpano
Capo, e del Fiorétin vergogna e ſcorno:
Eſpugnera il caſtel che prima ſtato
Sara non eſpugnabile ſtimato.
[46]
Sopra ogn’ altr’ arme ad eſpugnarlo: molto
Piú gli varrá quella honorata ſpada,
Con laqual prima haura di vita tolto
Il Monſtro corruttor d’ogni contrada,
Conuien ch’inanzi a quella ſia riuolto
In ſuga ogni ſtendardo o a terra vada,
Ne ſoſſa, ne ripar, ne groſſe mura
Poſſan da lei tener citta ſicura,
[47]
Queſto principe haura quata eccelleva
Hauer felice Imperator mai debbia,
l’animo del gran Ceſar, la prudenza
Di chi moſtrolla a Traſimèo e a Trebbia
Con la Fortuna d’ Aleſſandro, ſenza
Cui, faria ſumo ogni diſegno e nebbia,
Sara ſi liberal ch’io lo contemplo
Qui nò hauer ne paragon ne efemplo.