Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/365


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Per tutto hauea genti ferite e morte
     La baſſa plebe e i piú ſuperbi capi,
     Anzi nuocer parea molto piú ſorte
     A Re, a Signori, a Principi, a Satrapi
     Peggio facea ne la Romana corte
     Che v’ hauea vcciſi Cardinali e Papi
     Contaminato hauea la bella fede
     Di Pietro, e meſſo ſcandol ne la Fede.

 [33]
Par che dinanzi a queſta beſtia horreda
     Cada ogni muro, ogni ripar che tocca,
     Non ſi vede citta che ſi difenda
     Se l’apre incontra ogni cartello e rocca,
     Par che agli honor diuini ácho s’ eſtèda
     E ſia adorata da la gente ſciocca,
     E che le chiaui s’ arroghi d’hauere
     Del Cielo e del Abyffo in ſuo potere.

 [34]
Poi ſi vedea d’imperiale alloro
     Cinto le chiome vn cauallier venire
     Co tre giouini a par, che i gigli d’oro
     Teſſuti hauean nel lor real veſtire.
     E con inſegna ſimile con loro
     Parea vn Leon cetra quel Moſtro vſcire
     Hauean lor nomi chi fopra la teſta
     E chi nel lembo ſcritto de la veſta.

 [35]
l’un e’ hauea fin’ a l’elſa ne la pancia
     La ſpada immerſa alla maligna ſera
     Fraceſco primo hauea ſcritto di Fracia:
     Maſſimigliano d’Auſtria apar ſeco era:
     E Carlo qnto Imperator di lancia
     Hauea paſſato il Moſtro alla gorgiera:
     E l’altro che di ſtral gli fige il petto
     L’ottauo Enrigo d’Inghilterra e detto.

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Decimo ha quel Leon ſcritto fu’l doſſo
     Ch’ai brutto Moſtro i denti ha ne l’orecchi
     E tanto l’ha giá trauagliato e ſcoſſo
     Che vi ſono arriuati altri parecchi:
     Parea del mondo ogni timor rimoſſo
     Et in emenda de gli errori vecchi
     Nobil gente accorrea: non perho molta
     Onde alla Belua era la vita tolta.

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I cauallieri ſtauano e Marphiſa
     Con deſiderio di conoſcer queſti,
     Per le cui mani era la Beſtiavccifa
     Che fatti hauea tanti luoghi atri e medi:
     Auenga che la pietra foſſe inciſa
     De i nomi lor, non eran manifeſti,
     Si pregauan tra lor, che ſé ſapeſſe
     l’hiſtoria alcuno, a glialtri la diceſſe.

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Volto Viuiano a Malagigi gli occhi
     Che ſtaua a vdire, e non facea lor motto:
     A te (diſſe) narrar l’hiſtoria tocchi
     Ch’effer ne dei, per ql ch’io vegga dotto
     Chi ſon coſtor che con ſaette e ſtocchi
     E lance, a morte han l’Animai condotto?
     Riſpoſe Malagigi non e hiſtoria
     Di c’habbia author ſin q fatto memoria.

 [39]
Sappiate che coſtor che qui ſcritto hano
     Nel marmo i nomi, al modo mai no ſuro:
     Ma ſra ſettecento anni vi faranno
     Con grande honor del ſecolo ſuturo,
     Merlino il ſauio incantator Britanno
     Fé far la ſonte al tempo del Re Arturo:
     E di coſe ch’al mondo hanno a venire
     La ſé da buoni artefici ſcolpire.