Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/364


 [24]
E s’ ella lui Marte ſtimato hauea
     Stimato egli hauria lei ſorſè Bellona,
     Se per donna coſi la conoſcea
     Come parea il contrario alla perſona,
     E ſorſè emulation tra lor naſcea
     Per quella gente miſera: non buona,
     Ne la cui carne e ſangue e nerui & oſſa.
     Fan proua chi di loro habbia piú poſſa.

 [25]
Baſto di quattro l’animo e il valore
     A far ch’un campo e l’altro andaſſe rotto,
     Non reſtaua arme a chi ſuggia migliore
     Che quella che ſi porta piú di ſotto,
     Beato chi il cauallo ha corridore
     Ch’ in prezzo nò e quiui ambio ne trotto
     E chi non ha deſtrier quiui s’ auede
     Quato il meſtier d l’arme e triſto apiede

 [26]
Riman la preda e’l campo a i vincitori
     Che non e fante, o mulatier che reſti
     La Maganzeſi, e qua ſuggono i Mori,
     Quei laſciano i prigion, le ſome queſti,
     Furon con lieti viſi, e piú co i cori
     Malagigi e Viuiano a ſcioglier preſti:
     Non fur men diligenti a ſciorre i paggi
     E por le ſome in terra e i carriaggi.

 [27]
Oltre vna buona quantitá d’ argento
     Ch’ in diuerſe vaſella era ſormato,
     Et alcun muliebre veſtimento
     Di lauoro belliſſimo ſregiato,
     E per ſtanze reali vn paramento
     D’ Oro e di Seta in Fiandra lauorato,
     Et altre coſe ricche in copia grande
     Fiaſchi di vin trouar pane e viuande.

 [28]
Al trar de glielmi tutti vider come
     Hauea lor dato aiuto vna Donzella.
     Fu conoſciuta all’auree creſpe chiome
     Et alla faccia delicata e bella,
     L’honoran molto: e pgano che’l nome
     Di gloria degno non aſconda, & ella
     Che ſempre tra gliamici era corteſe
     A dar di ſé notitia non conteſe.

 [29]
Non ſi ponno fatiar di riguardarla
     Che tal viſta l’hauea ne la battaglia:
     Sol mira ella Ruggier, ſol con lui parla
     Altri no prezza, altri nò par che vaglia:
     Vengono i ſerui intanto ad inuitarla
     Co i compagni a goder la vettouaglia
     Ch’apparecchiata hauea fopra vna ſonte
     Che difendea dal raggio eſtiuo vn mòte.

 [30]
Era vna de le ſonti di Merlino
     De le quattro di Francia da lui fatte
     D’ intorno cinta di bel marmo ſino
     Lucido e terſo, e bianco piú che latte:
     Quiui d’ intaglio con lauor diuino
     Hauea Merlino imagini ritratte:
     Direſte che ſpirauano, e ſé priue
     Non foſſero di voce, ch’eran viue

 [31]
Quiui vna beſtia vſcir de la foreſta
     Parea di crudel viſta odioſa e brutta,
     C hauea l’orecchie d’ aſino e la teſta,
     Di lupo e i dèti, e per gran fame aſciutta
     Branche hauea di leon, l’altro che reſta
     Tutto era volpe, e parea ſcorrer tutta
     E Fracia e Italia e Spagna, & Inghilterra
     L’Europa e l’Afia, e al ſin tutta la terra.