Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/354


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Come l’infermo acceſo di gran ſete
     S’ in quella ingorda voglia s’ addorméta
     Ne l’interrotta e turbida quiete
     D’ogn’ acqua che mai vide ſi ramenta,
     Coſi a coſtei di far ſue voglie liete
     L’imagine del ſonno rappreſenta
     Si deſta, e nel deſtar mette la mano
     E ritroua pur ſempre il ſogno vano.

 [44]
Quanti prieghi la notte, quanti voti,
     Offerte al ſuo Machone, e a tutti i dei,
     Che con miracoli apparenti e noti
     Mutaſſero in miglior feſſo coſtei,
     Ma tutti vede andar d’ effetto voti
     E ſorte anchora il ciel ridea di lei,
     Paſſa la notte, e Phebo il capo biondo
     Trahea del mare e daua luce al mondo.

 [45]
Poi che’l di venne e che laſciaro il letto
     A Fiordiſpina s’augumenta doglia,
     Che Bradamante ha del partir giá detto
     Ch’uſcir di qſto ipaccio hauea gran voglia,
     La gètil donna vn’ ottimo ginetto
     In don da lei vuol che partendo toglia,
     Guernito d’oro, & vna fopraueſta
     Che riccamente ha di ſua man conteſta.

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Accompagnolla vn pezzo Fiordiſpina
     Poi ſé piangendo al ſuo caſtel ritorno:
     La mia ſorella ſi ratto camina
     Che véne a Mótalbano acho ql giorno,
     Noi ſuoi ſratelli, e la madre meſchina
     Tutti le ſiamo feſteggiando intorno:
     Che di lei non ſentendo, hauuto ſorte
     Dubbio e tema haueua de la ſua morte.

 [47]
Miramo al trar de l’elmo al mozzo crine
     Ch’intorno al capo prima s’auolgea:
     Coſi le fopraueſte peregrine
     Ne ſer marauigliar ch’indoſſo hauea,
     Et ella il tutto dal principio al ſine
     Narronne (come dianzi io vi dicea)
     Come ferita foſſe al boſco, e come
     Laſciaffe per guarir le belle chiome.

 [48]
E come poi dormendo in ripa all’acqj
     La bella cacciatrice fopragiunfe,
     A cui la falſa ſua ſembianza piacer
     E come da la ſchiera la diſgiunſe
     Del lamento di lei poi nulla tacqj
     Che di pietade l’anima ci punſe
     E come alloggio ſeco e tutto quello
     Che fece ſin che ritorno al cartello,

 [49]
Di Fiordiſpina gran notitia hebb’ io
     Ch’in Siragozza, e giá la vidi, in Fracia:
     E piacquer molto all’appetito mio
     I ſuoi begliocchi, e la polita guancia,
     Ma non laſciai fermaruiſi il diſio
     Ch l’amar ſenza ſpeme, e ſogno e dacia,
     Hor quado in tal’ampiezza mi ſi porge
     l’antiqua ſiamma ſubito riſorge.

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Di queſta ſpeme Amore ordiſce i nodi
     Che d’altre ſila ordir non li potea,
     Onde mi piglia e moſtra inſieme i modi
     Che da la Dona haurei ql ch’io chiedea
     A ſucceder faran facil le ſrodi
     Che come ſpeffo altri ingánato hauea
     La fimiglianza e’ ho di mia ſorella
     Forte ancho ingannerá qſta Donzella.