Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/352


 [27]
Errando giunſe ad vna ombroſa ſonte
     E perche afflitta e ſtanca ritrouoſſe
     Dal deſtrier ſcefe, e diſarmo la ſronte
     E ſu le tenere herbe addormentoſſe,
     Io non credo che fabula ſi conte
     Che piú di queſta hiſtoria bella foſſe,
     Fiordiſpina di Spagna foprarriua
     Che per cacciar nel boſco ne veniua.

 [28]
E quando ritrouo la mia ſirocchia
     Tutta coperta d’ arme eccetto il viſo:
     C’hauea la ſpada in luogo di conocchia
     Le ſu vedere vn caualliero auiſo,
     La faccia, e le viril fattezze adocchia
     Tanto che ſé ne ſente il cor conquiſo,
     La íuita a caccia, e tra l’ombroſe ſronde
     Lunge da glialtri al ſin ſeco s’aſconde.

 [29]
Poi che l’ha ſeco in ſolitario loco
     Doue non teme d’effer fopraggiunta
     Con atti e con parole a poco a poco
     Le ſcopre il ſiſſo cuor di graue punta,
     Co gliocchi ardéti e co i ſoſpir di fuoco
     Le moſtra l’alma di diſio conſunta
     Hor ſi ſcolora in viſo, hor ſi raccende,
     Tanto s’ arriſchia ch’un bacio ne prede

 [30]
La mia ſorella hauea ben conoſciuto
     Che qſta Dona in cambio l’hauea tolta:
     Ne dar poteale a quel biſogno aiuto
     E ſi trouaua in grade impaccio auuolta:
     Glie meglio (dicea ſeco) s’ io riſiuto
     Queſta hauuta di me credenza ſtolta:
     E s’ io mi moſtro femina gentile
     Che laſciar riputarmi vn’huomo vile.

 [31]
E dicea il ver, ch’era viltade eſpreffa
     Conueniente a vn’ huom fatto di ſtucco,
     Con cui ſi bella Donna foſſe meſſa
     Piena di dolce e di nectareo ſucco
     E tuttauia ſteſſe a parlar con eſſa
     Tenendo baſſe l’ale come il cucco,
     Co modo accorto ella il parlar riduſſe
     Che venne a dir come Donzella ſuſſe.

 [32]
Ch gloria, qual giá Hippolyta e Camilla
     Cerca ne l’arme, e in Africa era nata
     In lito al mar ne la citta d’Arzilla:
     A ſcudo e a lancia da fanciulla vſata,
     Per queſto non ſi ſmorza vna ſcintilla
     Del fuoco de la Donna inamorata
     Queſto rimedio all’alta piaga e tardo
     Taf hauea Amor cacciato inazi il dardo

 [33]
Per queſto non le par men bello il viſo
     Men bel lo ſguardo e men belli i coſtui
     Per ciò non torna il cor che giá diuiſo
     Da lei, godea dentro gli amati lumi,
     Vedendola in quell’habito l’è auiſo
     Che può far che’l deſir non la conſumi,
     E quando ch’ella e pur femina penſa
     Soſpira e piage e moſtra doglia imenſa.

 [34]
Chi haueſſe il ſuo ramarico e’l ſuo piato
     Quel giorno vdito hauria pianto co lei,
     Quai tormenti (dicea) ſuron mai tanto
     Crudel ? che piú non ſiati crudeli i miei ?
     D’ ognaltro amore, o ſcelerato, o ſanto
     Il deſiato ſin ſperar potrei
     Saprei partir la roſa da le ſpine:
     Solo il mio deſiderio e ſenza ſine.