Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/347


 [103]
Ma come ben comporto e valido arco
     Di ſino acciaio in buona ſomma greue
     Quanto ſi china piú, quanto e piú carco
     E piú lo sforza martinelli e lieue:
     Con tanto piú furor, quanto e poi ſcarco
     Ritorna, e fa piú mal che non riceue,
     Coſi quello African toſto riſorge
     E doppio il colpo all’inimico porge

 [104]
Rodomonte a quel ſegno oue ſu colto
     Colſe apunto il figliol del Re Agricane
     Per queſto non potè nuocergli al volto
     Ch’in difeſa trouo l’arme Troiane,
     Ma ſtordi in modo il Tartaro che molto
     Non ſapea s’ era veſpero o dimane,
     L’irato Rodomonte non s’ arreda
     Che mena l’altro, e pur ſegna alla teſta,

 [105]
Il cauallo del Tartaro ch’abhorre
     La ſpada che fiſchiando cala d’alto
     Al ſuo Signor co ſuo gra mal ſoccorre
     Perche s’arretra per ſuggir d’un ſalto,
     Il brando in mezo il capo gli traſcone
     Ch’ai Signor non a lui mouea l’affalto,
     Il miſer non hauea l’elmo di Troia
     Come il patróe, onde cóuien che muoia,

 [106]
Quel cade, & Madricardo í piedi guizza
     Non piú ſtordito, e Durindana aggira:
     Veder morto il cauallo entro gli adizza
     E ſuor diuapa vn graue incendio d’ira:
     l’African per vrtarlo il deſtrier drizza:
     Ma non piú Mandricardo ſi ritira
     Ch ſcoglio far ſoglia da l’onde, e auuène
     Che’l deſtrier cadde: & egli i pie ſi tene.

 [107]
l’African che macarſi il deſtrier ſente
     Laſcia le ſtaffe, e ſu gliarcion ſi ponta
     E reſta in piedi, e ſciolto ageuolmente
     Coſi l’uri l’altro poi di pari affronta,
     La pugna piú che mai ribolle ardente
     E l’odio e l’ira, e la ſuperbia monta.
     Et era per ſeguir, ma quiui giunſe
     In fretta vn meſſaggier ch gli diſgiunſe.

 [108]
Vi giúfe vn meſſaggier del popul Moro
     Di molti che per Francia eran mandati
     A richiamare a gli ſtendardi loro
     I capitani e i cauallier priuati,
     Perche l’Imperator da i Gigli d’Oro
     Glihauea gli alloggiameli giá aſſeddiati
     E ſé non e il ſoccorſo a venir preſto
     l’eccidio ſuo conoſce manifeſto.

 [109]
Riconobbe il meſiaggio i cauallieri
     Oltre all’inſegne oltre alle fopraueſte
     Al girar de le ſpade, e a i colpi ſieri
     Ch’altre man non farebbeno che queſte,
     Tra lor perho non oſa entrar, che ſperi
     Che ſra tant’ ira ſicurta gli preſte
     L’effer meſſo del Re, ne ſi conforta
     Per dir ch’imbafeiator pena non porta,

 [110]
Ma viene a Doralice, & a lei narra
     Ch’ Agramante, Marſilio, e Stordilano:
     Con pochi dentro a mal ſicura ſbarra
     Sono aſſediati dal popul chriſtiano,
     Narrato il caſo, con prieghi ne inarra
     Che faccia il tutto a i duo guerrieri piano
     E che gli accordi inſieme, e per lo ſcapo
     Del popul ſaracin, li meni in campo.