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Ma come ben comporto e valido arco
Di ſino acciaio in buona ſomma greue
Quanto ſi china piú, quanto e piú carco
E piú lo sforza martinelli e lieue:
Con tanto piú furor, quanto e poi ſcarco
Ritorna, e fa piú mal che non riceue,
Coſi quello African toſto riſorge
E doppio il colpo all’inimico porge
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Rodomonte a quel ſegno oue ſu colto
Colſe apunto il figliol del Re Agricane
Per queſto non potè nuocergli al volto
Ch’in difeſa trouo l’arme Troiane,
Ma ſtordi in modo il Tartaro che molto
Non ſapea s’ era veſpero o dimane,
L’irato Rodomonte non s’ arreda
Che mena l’altro, e pur ſegna alla teſta,
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Il cauallo del Tartaro ch’abhorre
La ſpada che fiſchiando cala d’alto
Al ſuo Signor co ſuo gra mal ſoccorre
Perche s’arretra per ſuggir d’un ſalto,
Il brando in mezo il capo gli traſcone
Ch’ai Signor non a lui mouea l’affalto,
Il miſer non hauea l’elmo di Troia
Come il patróe, onde cóuien che muoia,
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Quel cade, & Madricardo í piedi guizza
Non piú ſtordito, e Durindana aggira:
Veder morto il cauallo entro gli adizza
E ſuor diuapa vn graue incendio d’ira:
l’African per vrtarlo il deſtrier drizza:
Ma non piú Mandricardo ſi ritira
Ch ſcoglio far ſoglia da l’onde, e auuène
Che’l deſtrier cadde: & egli i pie ſi tene.
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l’African che macarſi il deſtrier ſente
Laſcia le ſtaffe, e ſu gliarcion ſi ponta
E reſta in piedi, e ſciolto ageuolmente
Coſi l’uri l’altro poi di pari affronta,
La pugna piú che mai ribolle ardente
E l’odio e l’ira, e la ſuperbia monta.
Et era per ſeguir, ma quiui giunſe
In fretta vn meſſaggier ch gli diſgiunſe.
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Vi giúfe vn meſſaggier del popul Moro
Di molti che per Francia eran mandati
A richiamare a gli ſtendardi loro
I capitani e i cauallier priuati,
Perche l’Imperator da i Gigli d’Oro
Glihauea gli alloggiameli giá aſſeddiati
E ſé non e il ſoccorſo a venir preſto
l’eccidio ſuo conoſce manifeſto.
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Riconobbe il meſiaggio i cauallieri
Oltre all’inſegne oltre alle fopraueſte
Al girar de le ſpade, e a i colpi ſieri
Ch’altre man non farebbeno che queſte,
Tra lor perho non oſa entrar, che ſperi
Che ſra tant’ ira ſicurta gli preſte
L’effer meſſo del Re, ne ſi conforta
Per dir ch’imbafeiator pena non porta,
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Ma viene a Doralice, & a lei narra
Ch’ Agramante, Marſilio, e Stordilano:
Con pochi dentro a mal ſicura ſbarra
Sono aſſediati dal popul chriſtiano,
Narrato il caſo, con prieghi ne inarra
Che faccia il tutto a i duo guerrieri piano
E che gli accordi inſieme, e per lo ſcapo
Del popul ſaracin, li meni in campo.