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In tanta rabbia, in tal furor ſommerſa
L’hauea la doglia ſua: che facilmente
Hauria la ſpada in ſé ſteffa conuerſa:
Poco al ſuo amate in queſto vbidiente,
S’uno Eremita ch’alia freſca e terſa
Fonte, hauea vſanza di tornar ſouente
Da la ſua quindi non lontana cella:
Non s’opponea (venedo) al voler d’ella.
[88]
Il venerabile huom ch’alta bontade
Hauea congiunta a naturai prudentia:
Et era tutto pien di charitade
Di buoni eſempi ornato, e d’ eloquenza
Alla giouan dolente perſuade
Con ragioni efficaci patientia:
Et inanzi le puon come vno ſpecchio
Done del teſtaméto e nuouo e vecchio.
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Poi le fece veder come non ſuſſe
Alcun ſé non in Dio vero contento:
E ch’eran l’altre tranſitorie e ſluſſe
Speranze Immane, e di poco momento,
E tanto ſeppe dir, che la riduſſe
Da quel crudele, & oſtinato intento
Che la vita ſequente hebbe diſio
Tutta al ſeruigio dedicar di Dio.
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Nò ch laſciar del ſuo Signor voglia vnqj
Ne’l grand’ amor, ne le reliquie morte,
Còuiè che l’habbia ouflqj ſtia, ív ouflqj
Vada, e che ſeco e notte e di le porte.
Quindi aiutando l’Eremita dunqj
Ch’era de la ſua etá valido e ſorte
Sul nieſto ſuo deſtrier Zerbin poſaro
1 molti di per quelle ſelue andare
[91]
Non volſe il cauto vecchio ridur ſeco
Sola con ſolo la giouane bella:
La doue aſcoſa in vn ſeluaggio ſpeco
Non lungi hauea la ſolitaria cella.
Fra ſé dicendo, con periglio arreco
In vna man la paglia e la facella,
Ne ſi ſida in ſua etá, ne in ſua prudentia
Che di ſé faccia tanta eſperientia.
[92]
Di condurla in Prouenza hebbe pèſiero
Non lontano a Marſilia in vn cartello,
Doue di fante donne vn monaſtero
Ricchiſſimo era, e di edificio bello:
E per portarne il morto caualliero
Comporto in vna carta haueano quello,
Chc’n vn cartel ch’era tra via ſi fece
Lunga e capace, e ben chiuſa di pece.
[93]
Piú e piú giorni gran ſpatio di terra
Cercaro, e Tempre per lochi piú inculti:
Che pieno eſſendo ogni coſa di guerra
Voleano gir piú che poteano occulti,
Al ſine vn cauallier la via lor ferra
Che lor ſé oltraggi, e diſhoneſti inſiliti:
Di cui diro quando il ſuo loco ſia
Ma ritorno hora al Re di Tartaria.
[94]
Hauuto e’ hebbe la battaglia il ſine
Che giá v’ ho detto, il gioitili ſi raccolſe
Alle freſche ombre, e all’onde cryſtallie
Et al deſtrier la fella e’l ſreno tolſe,
E lo laſcio per l’herbe tenerine
Del prato andar paſcèdo one egli volſe,
Ma non ſte molto che vide lontano
Calar dal monte vn caualliero al piano.