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Quel tuttauia piú va perdedo il ſangue
Máca la ſorza, e anchor par ch noi ferita,
11 vigoroſo cor che nulla langue
Val ſi, che’l debol corpo ne foſtenta:
La Dona ſua per timor fatta eſangue
In tanto a Doralice s’ appreſenta:
E la priega, e le ſupplica per Dio
Che partir voglia il fiero aſſalto e rio.
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Corteſe come bella Doralice
Ne ben ſicura come il fatto ſegua,
Fa volentier quel ch’Iſſabella dice
E diſpone il ſuo amate a pace e atriegua,
Coſi a prieghi de l’altra l’ira vltrice
Di cor ſugge a Zerbino, e ſi dilegua,
Et egli oue a lei par: piglia la ſtrada
Senza ſinir P impreſa de la ſpada,
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Eiordiligi che mal vede difeſa
La buona ſpada del miſero Conte,
Tacita duolſi, e tanto le ne peſa
Che d’ ira piange, e batteſi la ſronte,
Vorria hautr Hradimarte a qlla íprefa:
E ſé mai lo ritroua e gli lo conte
Non crede poi che Mandricardo vada
Lunga ſtagione altier di quella ſpada.
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Fiordiligi cercando pure in vano
Va Brandimarte ſuo matina e ſera:
E fa camin da lui molto lontano:
Da lui che giá tornato a parigi era,
Tato ella ſé n’ andò per monte e piano
Che giunſe, oue al paſſar d’una riuieta
Vide e conobbe il miſer Paladino
Ma dician quel ch’auuenne di Zerbino.
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Che’l laſciar Durindana, ſi gran fallo
Gli par, ch piú d’ogn’ altro mal gliereſce,
Quantunqs a pena ſtar poſſa a cauallo
Pel molto ſangue che glie vſcito & eſce,
Hor poi che dopo non troppo interuallo
Ceſſa con l’ira il caldo, il dolor creſce,
Creſce il dolor ſi impetuofamente
Che mancarli la vita ſé ne ſente,
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Per debolezza piú non potea gire
Siche fermoſſi appreſſo vna ſontana:
Non fa che far, ne che ſi debba dire
Per aiutarlo la Donzella humana,
Sol di diſagio lo vede morire
Che quindi e troppo ogni citta lontana,
Doue in quel punto al medico ricorra
Che per pietade, o pmio gli ſoccorra.
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Ella non fa ſé non in van dolerſi:
Chiamar ſortua, e il cielo èpio e crudele:
Perche ahi laſſa (dicea) non mi ſommerſi
Quando leuai nel’Ocean le vele?
Zerbin ch i laguidi occhi ha in lei 9uerfi
Sente piú doglia ch’ella ſi querele
Che de la pafTion tenace e ſorte
Che l’ha codutto homai vicino a morte.
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Coſi cor mio vogliate (le diceua)
Dopo ch’io faro morto amarmi anchora
Come ſolo il laſciarui e che m’aggreua
Qui ſenza guida, e nò giá peli’ io mora,
Che ſé in ſicura parte m’accadeua
Finir de la mia vita l’ultima hora
Lieto e contento e fortunato a pieno
Morto farei, poi ch’io vi moro in ſeno.