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paſtor che ſentito hanno i! ſracaſſò
     Laſciando il gregge ſparfo alla foreſta
     Chi di qua, chi di la, tutti a gran paſſo
     Vi vengono a veder che coſa e queſta:
     Ma ſon giuto a ql ſegno ilqual s’io paſſo
     Vi potria la mia hiſtoria eſſer moleſta
     Et io la vo piū toſto diferire
     Che v’habbia per lunghezza a faſtidire.


CANTO XXIIII



 [1]

C
Hi mette il pie ſu l’amoroſa pania

     Cerchi ritrarlo, e non v’inueſchi l’ale
     Che non e in soma Amor ſé non inſania
     A giuditio de Saui vniuerſale,
     E ſé ben come Orlādo ognun nò ſmania
     Suo furor moſtra a qualch’altro ſegnale
     E quale e di pazzia ſegno piū eſpreffo
     Che per altri voler perder ſé ſteffo?

 [2]
Varii gli effetti ſon, ma la pazzia
     E tutt’una perho che li fa vſcire:
     Glie come vna gran ſelua, oue la via
     Conuiene a ſorza a chi vi va fallire:
     Chi ſu, chi giū, chi qua, chi la, trauia:
     Per concludere in ſomma io vi vo dire
     A chi í amor s’iuecchia oltr’ogni pena
     Si conuengono i ceppi, e la catena.

 [3]
Ben mi ſi potria dir, ſrate tu vai
     L’altrui nioſtrado, e non vedi il tuo fallo
     10 vi riſpondo, che comprendo assai
     Hor che di mente ho lucido interuallo:
     Et ho gran cura (e ſpero farlo hormaií
     Di ripoſarmi, e d’uſcir ſuor di ballo
     Ma torto far come vorrei noi poſſo
     Che’l male e penetrato infin’alP oſſo.

 [4]
Signor nel altro canto io vi dicea
     Che’l ſorſennato e ſurioſo Orlando
     Tratteſi l’arme e ſparfe al campo hauea
     Squarciati i panni, via gittato il brado,
     Suelte le piante, e riſonar facea
     I caui faſſi e l’alte ſelue, quando
     Alcun paſtori al ſuon traſſe in quel lato
     Lor ſtella, o qualche lor graue peccato.

 [5]
Viſte del pazzo l’incredibil proue
     Poi piū d’appreffo e la poſſanza eſtrema
     Si voltan per ſuggir, ma non fanno oue
     Si come auuiene in ſubitana tema,
     11 pazzo dietro lor ratto ſi muoue
     Vno ne piglia, e del capo lo ſcema
     Con la facilita, che torria alcuno
     Dal arbor pome, o vago fior dal pruno.

 [6]
Per vna gamba il graue tronco preſe
     E quello vſo per mazza adoſſo al reſto
     In terra vn paio addormentato ſtefe
     Ch’al nouiſſimo di ſorſè ſia deſto,
     Glialtri ſgombraro ſubito il paeſe
     C hebbono il piede, eil buono auiſo pſto
     Non faria ſtato il pazzo al ſeguir lento
     Se non ch’era giā volto al loro armento.