Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/326


 [72]
Non ſapea il Saracin perho che queſto
     Ch’egli ſeguia, fofTe il Signor d’ Anglate
     Ben n’hauea inditio e ſegno manifeſto
     Ch’effer douea gran caualliero errante,
     A lui miro piú ch’a Zerbino, e preſto
     Gliando co gliocchi dal capo alle piate,
     E i dati contraſegni ritrouando
     Dine tu ſé colui ch’io vo cercando.

 [73]
Sono homai dieci giorni, gli ſoggiunſe,
     Che di cercar non laſcio i tuo veſtigi:
     Tanto la fama ſtimolommi e punſe
     Che di te venne al campo di Parigi,
     Quando a fatica vn viuo ſol vi giunſe
     Di mille che mandarti a i regni ſtygi:
     E la ſtrage conto che da te venne
     Sopra i Noritii e quei di Tremifene.

 [74]
No ſui come lo ſeppi a ſeguir lento
     E per vederti e per prouarti appreſſo:
     E pche m’inſormai del guernimento
     C hai fopra l’arme, io ſo che tu fei deſſo
     E ſé nò l’hauefsi ancho, e che ſra cento
     Per celarti da me ti ſoſſi meſſo
     Il tuo fiero ſembiante mi faria
     Chiaramente veder che tu quel ſia.

 [75]
Nò ſi può (gli riſpoſe Orlando) dire
     Che cauallier non ſii d’ alto valore
     Perho che ſi magnanimo deſire
     Non mi credo albergaſſe in humil core,
     Se’l volermi veder ti fa venire
     Vo che mi veggi dentro come ſuore,
     Mi leuero queſto elmo da le tempie
     Accio ch’apunto il tuo deſire adempie.

 [76]
Ma poi che bé m’haurai veduto í faccia
     All’altro deſiderio anchora attendi,
     Reſta ch’alia cagion tu ſatisfaccia
     Che fa che dietro queſta via mi prendi,
     Che veggi fe’l valor mio ſi confaccia
     A ql ſembiante ſier che ſi còmendi,
     Hor ſu (diſſe il Pagano) al rimanente
     Ch’ai primo ho ſatiſfatto interamente.

 [77]
Il Conte tuttauia dal capo al piede
     Va cercando il Pagan tutto co gliocchi,
     Mira ambi i ſiachi: indi Pardon, ne vede
     Pender ne qua, ne la, mazze ne ſtocchi,
     Gli domanda di ch’arme ſi prouede
     S’auuien che co la lancia in fallo tocchi,
     Riſpoſe quel non ne pigliar tu cura
     Coſi a molt’ altri ho anchor fatto paura.

 [78]
Ho ſacramento di non cinger ſpada
     Fin ch’io non tolgo Durindana al Còte:
     E cercando lo vo per ogni ſtrada
     Accio piú d’ una poſta meco ſconte,
     Lo giurai (ſé d’ intenderlo t’ aggrada)
     Quando mi poſi queſt’ elmo alla ſronte
     Ilqual con tutte l’altr’ arme ch’io porto
     Era d’ Hettor, che giá mill’anni e morto.

 [79]
La ſpada ſola manca alle buone arme
     Come rubata ſu non ti ſo dire,
     Hor che la porti il Paladino parme
     E di qui vien ch’egli ha ſi grade ardire:
     Ben penſo ſé con lui poſſo accozzarme
     Fargli il mal tolto hormai riſtituire,
     Cercolo anchor, che vendicar diſio
     Il famoſo Agrican genitor mio.