Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/311


 [51]
Quella ch’a pie rimaſe, diſpettofa
     E di vendetta ingorda e ſitibonda
     Congiunte a Pinabel, che d’ogni coſa
     Doue ſia da mal far, ben la feconda,
     Ne giorno mai ne notte mai ripoſa
     E dice che non ſia mai piú gioconda
     Se mille cauallieri e mille donne
     No mette a piedi, e lor tolle arme e góne.

 [52]
Giunſero il di medeſmo (come accade)
     Quattro gran cauallieri ad vn ſuo loco,
     Liquai di rimotiſſime contrade
     Venuti a queſte parti eran di poco,
     Dí tal valor, che non ha noſtra etade
     Tant’ altri buoni al bellicoſo gioco,
     Aquilante, Griphone, e Sanſonetto
     Et vn Guidon Seluaggio giouinetto.

 [53]
Pinabel con ſembiante assai corteſe
     Al cartel ch’io v’ho detto, gli raccolſe:
     La notte poi tutti nel letto preſe
     E preſi tenne, e prima non li ſciolſe
     Che li fece giurar ch’un anno e vn meſe
     (Queſto ſu apunto il termine che tolſe)
     Stanano quiui, e ſpogliarebbon quanti
     Vi capitaffon cauallieri erranti.

 [54]
E le donzelle e’ haueſſon con loro
     l’ornano a piedi, e torrian lor le veſti:
     Coſi giurar coſi conſtretti ſoro
     Ad oſſeruar, ben che turbati e meſti,
     Non par che fin’ a qui contra coſtoro
     Alcun poſſa gioſtrar ch’a pie non reſti,
     E capitati vi ſono inſiniti
     Ch’a pie e fenz’arme ſé ne ſon partiti.

 [55]
E ordine tra lor, che chi per ſorte
     Eſce ſuor prima, vada a correr ſolo,
     Ma ſé troua il nimico coſi ſorte,
     Che reſti in fella, e getti lui nel ſuolo:
     Sono vbligati glialtri, infili’ a morte
     Pigliar l’imprefa tutti in vno ſtuolo
     Vedi hor ſé ciaſcun d’effi e coſi buono
     Quel ch’efier de ſé tutti inſieme ſono.

 [56]
Poi non conuiene all’importantia noſtra,
     Che ne vieta ogni indugio ogni dimora:
     Che punto vi fermiate a quella gioſtra
     (E preſuppogo che vinciate anchora)
     Che voſtra alta preſentia lo dimoſtra,
     Ma non e coſa da fare in vn’ hora,
     Et e gran dubbio che’l giouine s’ arda
     Se tutto hoggi a foccorrerlo ſi tarda.

 [57]
Diſſe Ruggier no riguardiamo a queſto
     Faccia nui quel che ſi può far per nui,
     Habbia chi regge il ciel cura del reſto
     O la Fortuna, ſé non tocca a lui,
     Ti ſia per queſta gioſtra manifeſto
     Se buoni ſiamo d’aiutar colui
     Che per cagion ſi debole e ſi lieue:
     (Cóe n’hai detto) hoggi bruciar ſi deue

 [58]
Senza riſponder’ altro la Dózella
     Si meſſe per la via ch’era piú corta,
     Piú di tre miglia non andar per quella
     Che ſi trouaro al ponte & alla porta
     Doue ſi perdon l’arme e la gonnella:
     E de la vita gran dubbio ſi porta,
     Al primo apparir lor, di ſu la rocca
     E chi duo botti la campana tocca.