Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
[36]
Antiqua nimicitia hauea il marito
Con vn baron detto Morando il bello,
Ch nò v’eſſendo Argeo ſpeffo era ardito
Di correr ſolo e ſin dentro al cartello,
Ma s’ Argeo v’era non tenea lo’nuito
Ne s’accoſtaua a dieci miglia a quello,
Hor per poterlo indur che ci veniſſe
D’ire in Hieruſalem per voto diſſe.
[37]
Diſſe d’andare, e parteſi, ch’ognuno
Lo vede, e fa di ciò ſparger le grida,
Ne il ſuo pèſier ſuor ch la moglie, alciio
Puote ſaper, che ſol di lei ſi ſida:
Torna poi nel cartello all’aer bruno
Ne mai ſé non la notte iui s’ annida:
E con mutate inſegne al nuouo albore
Senza vederlo alcun ſempre eſce ſuore.
[38]
Se ne va in qſta e in quella parte errado
E volteggiando al ſuo cartello intorno:
Pur per veder ſé credulo Morando
Voleſſe far, come ſolea, ritorno,
Staua il di tutto alla foreſta, e quando
Ne la marina vedea aſcoſo il giorno
Venia al cartello, e per naſcoſe porte
Lo togliea dentro V inſedel conſorte.
[39]
Crede ciaſcun, ſuor che V iniqua moglie
Che molte miglia Argeo lòtan ſi troue,
Dunqj il tempo oportuno ella ſi toglie
Al ſratel mio va con malitie nuoue,
Ha di lagrime a tutte le ſue voglie
Vn nèbo che da gliocchi al ſen le pioue,
Doue potrò dicea trouare aiuto
Che in tutto l’honor mio nò ſia perduto?
[40]
E col mio, quel del mio marito inſieme
Ilqual ſé ſorte qui non temerei:
Tu conoſci Morando, e fai ſé teme
Quado Argeo non ci ſente nomini e dei
Queſti hor pgado hor minaccialo, eſtreme
Prone fa tutta via, ne alcun de miei
Laſcia che non contamini per trarmi
A ſuoi diſii, ne ſo s’io potrò aitarmi.
[41]
Hor e’ ha inteſo il partir del mio coſorte
E ch’al ritorno non fará ſi preſto
Ha hauuto ardir d’entrar ne la mia corte
Senza altra ſcuſa, e fenz’ altro preteſto:
Che ſé ci ſorte il mio Signor per ſorte
Nò ſol no hauria audacia di far queſto:
Ma non ſi terria anchor per dio ſicuro
D’ appreffarfi a tre miglia a queſto muro
[42]
E quel che giá per meſſi ha ricercato
Hoggi me l’ha richieſto a ſronte a ſròte,
E con tai modi che gran dubbio e ſtato
De lo auuenirmi dishonore & onte,
E ſé non che parlar dolce gli ho vſato
E ſinto le mie voglie alle ſue pronte,
Saria a ſorza di quel ſuto rapace
Che ſpera hauer per mie parole in pace.
[43]
Promeſſo gliho, non giá per obſeruargli
Che fatto per timor nullo e il contratto,
Ma la mia intention ſu per vietargli
Quel ch p ſorza haurebbe allhora fatto
Il caſo e qui, tu ſol poi rimediargli
Del mio honor altrimenti fará tratto:
E di ql del mio Argeo, ch giá m’hai detto
Hauer’o tato o piú ch’I jpprio a petto