Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/292



 [118]
Zerbino indarno per la ſelua corſe
     Dietro a ql ſuo ch glihauea fatto oltraggio
     Ma ſi a tépo colui ſeppe via torſe
     Si ſeppe nel ſuggir prender vantaggio
     Si il boſco e ſi vna nebbia lo ſoccorſe
     C’hauea offuſcato il matutino raggio
     Che di man di Zerbin ſi leuo netto
     Fin che l’ira e il furor gl’uſci del petto.

 [119]
Nò potè, anchor che Zerbin foſſe irato
     Tener, vedendo quella vecchia, il riſo,
     Che gli parea dal giouenile ornato
     Troppo diuerſo il brutto antiquo viſo,
     Et a Marphiſa che le venia a lato
     Diſſe, guerrier tu fei pien d’ ogni auiſo
     Che Damigella di tal ſorte guidi
     Che non temi trouar chi te la inuidi.

 [120]
Hauea la Donna (ſé la creſpa buccia
     Può darne indicio) piú de la Sibylla,
     E parea coſi ornata vna Bertuccia
     Quado per muouer riſo alcun veſtilla,
     Et hor piú brutta par, che ſi coruccia
     E che da gliocchi l’ira le sfauilla,
     Ch’ a donna non ſi fa maggior diſpetto,
     Ch qn o vecchia o brutta le vien detto.

 [121]
Moſtro turbarſe l’inclyta donzella
     Per prenderne piacer come ſi preſe,
     E riſpoſe a Zerbin, mia Donna e bella
     Per Dio via piú che tu non fei corteſe,
     Come ch’io creda, che la tua fauella
     Da quel che ſente l’animo non ſcefe
     Tu fingi non conoſcer ſua beltade
     Per efeufar la tua ſomma viltade.

 [122]
E chi faria quel cauallier, che queſta
     Si giouane e ſi bella ritrouaſſe
     Senza piú compagnia ne la foreſta
     E che di farla ſua non ſi prouaſſe?
     Si ben (diſſe Zerbin) teco s’ affeſta
     Che faria mal ch’alcun te la leuaſſe,
     Et io per me non ſon coſi indiſereto
     Che te ne priui mai, ſtanne pur lieto.

 [123]
S’ in altro conto hauer vuoi a far meco
     Di quel ch’io vaglio ſon p farti moſtra,
     Ma per coſtei, non mi tener ſi cieco
     Che ſolamente far voglia vna gioſtra,
     O brutta o bella ſia, reſtifi teco
     Non vo partir tanta amicitia voſtra,
     Ben vi ſete accoppiati, io giurerei
     Com’ella e bella tu gagliardo fei.

 [124]
Suggiuſe a lui Marphiſa, al tuo diſpetto
     Di leuarmi coſtei prouar conuienti,
     Non vo patir ch’un ſi leggiadro aſpetto
     Habbi veduto, e guadagnar noi tenti,
     Riſpoſe a lei Zerbin, nò ſo a ch’effetto
     l’buoni ſi metta a periglio e ſi tormenti
     Per riportarne vna vittoria poi
     Che gioui al vinto: e al vincitore annoi.

 [125]
Se non ti par queſto partito buono
     Te ne do vn’ altro e ricuſar noi dei
     Diſſe a Zerbin Marphiſa: che s’io ſono
     Vinto da te, m’habbia a reſtar coſtei,
     Ma s’ io te vinco, a ſorza te la dono,
     Dunqj prouian chi de ſtar ſenza lei,
     Se perdi conuerra che tu le faccia
     Copagnia femp, ouúqj andar le piaccia.