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I Creteſi in quel tempo: che cacciato
Il crudo Idomeneo del regno haueano:
E per aſſicurarſi il nuouo ſtato
D’huomini e d’arme adunatiò (oceano:
Fero con bon ſtipendio lor ſoldato
Phalanto (coſi al giouine diceano)
E lui con tutti quei che ſeco hauea
Poſer per guardia alla citta Dictea.
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Fra cento alme citta ch’erano in Creta
Oictea piú ricca e piú piaceuol’era:
Di belle Donne, & amoroſe lieta
Lieta di giochi da matino a ſera:
E coni’ era ogni tempo conſueta
D’accarezza* la gente foreſtiera
Fé a coſtor ſi, che molto non rimale
A far gli ancho Signor de le lor caſe.
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F.ran gioueni tutti e belli affatto:
Che’l fior di Grecia hauea Phaláto eletto.
Si ch’alle belle dòne, al primo tratto
Che v’apparir, tratterò i cor del petto,
Poi che no me che belli, anehora i fatto
Si dimoſtrar buoni e gagliardi al letto,
Si fero ad eſſe in pochi di ſi grati
Che fopra ogn’ altro ben n’erano amati.
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Finita che d’accordo, e poi la guerra
Per mi ſtato Phalanto era eondutto,
E lo ſtipendio militar ſi ferra
Si che non v’hanno i gioueni piú ſrutto.
E per queſto laſciar voglion la terra:
Fan le donne di Creta maggior lutto
E peri-io verſan piú dirotti pianti
Ch ſé i lor padri haueſſon morti auanti.
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Da le lor donne i gioueni assai ſoro
Ciaſcun per ſé, di rimaner pregati,
Ne volendo reſtare, eſſe con loro
N’andar, laſciado, e padri, e ſigli, e ſrati
Di ricche Géme e di grá ſumma d’Oro
Hauendo i lor dimettici ſpogliati,
Che la pratica ſu tanto ſecreta
Che nO ſenti la ſuga huomo di Creta.
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Si ſu propitio il vento ſi ſu l’hora
Comoda, che Phalanto a ſuggir colſe
Che molte miglia erano vſciti ſuora
Quando del danno ſuo Creta ſi dolſe,
Poi queſta ſpiaggia inhabitata allhora
Traſcorfi per Fortuna li raccolſe
Qui ſi poſaro e qui ſicuri tutti
Meglio del ſurto lor videro i ſrutti.
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Queſta lor ſu per dieci giorni ſlanza
Di piaceri amorali tutta piena:
Jl.i come ſpeffo auuien che l’abondanza
Seco in cor giouenil faſtidio mena,
l’ulti d’accordo ſur, di reſtar ſanza
l’emine, e liberarli di tal pena:
Che non e ſonia da portar ſi graue
Come hauer dona qn a noia s’ haue.
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Elfi che di guadagno e di rapine
Kian bramoſi, e di diſpendio parchi,
Vider ch’a paſcer tante concubine
D’altro ch d’haſte hauea biſogno e d’archi
Si che ſole laſciar qui le meſchine,
K le n’andar di lor ricchezze carchi
La doue í Puglia in ripa al mar poi ſento
Ch’edificar la terra di Tarento.