Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/279


 [14]
I Creteſi in quel tempo: che cacciato
     Il crudo Idomeneo del regno haueano:
     E per aſſicurarſi il nuouo ſtato
     D’huomini e d’arme adunatiò (oceano:
     Fero con bon ſtipendio lor ſoldato
     Phalanto (coſi al giouine diceano)
     E lui con tutti quei che ſeco hauea
     Poſer per guardia alla citta Dictea.

 [15]
Fra cento alme citta ch’erano in Creta
     Oictea piú ricca e piú piaceuol’era:
     Di belle Donne, & amoroſe lieta
     Lieta di giochi da matino a ſera:
     E coni’ era ogni tempo conſueta
     D’accarezza* la gente foreſtiera
     Fé a coſtor ſi, che molto non rimale
     A far gli ancho Signor de le lor caſe.

 [16]
F.ran gioueni tutti e belli affatto:
     Che’l fior di Grecia hauea Phaláto eletto.
     Si ch’alle belle dòne, al primo tratto
     Che v’apparir, tratterò i cor del petto,
     Poi che no me che belli, anehora i fatto
     Si dimoſtrar buoni e gagliardi al letto,
     Si fero ad eſſe in pochi di ſi grati
     Che fopra ogn’ altro ben n’erano amati.

 [17]
Finita che d’accordo, e poi la guerra
     Per mi ſtato Phalanto era eondutto,
     E lo ſtipendio militar ſi ferra
     Si che non v’hanno i gioueni piú ſrutto.
     E per queſto laſciar voglion la terra:
     Fan le donne di Creta maggior lutto
     E peri-io verſan piú dirotti pianti
     Ch ſé i lor padri haueſſon morti auanti.

 [18]
Da le lor donne i gioueni assai ſoro
     Ciaſcun per ſé, di rimaner pregati,
     Ne volendo reſtare, eſſe con loro
     N’andar, laſciado, e padri, e ſigli, e ſrati
     Di ricche Géme e di grá ſumma d’Oro
     Hauendo i lor dimettici ſpogliati,
     Che la pratica ſu tanto ſecreta
     Che nO ſenti la ſuga huomo di Creta.

 [19]
Si ſu propitio il vento ſi ſu l’hora
     Comoda, che Phalanto a ſuggir colſe
     Che molte miglia erano vſciti ſuora
     Quando del danno ſuo Creta ſi dolſe,
     Poi queſta ſpiaggia inhabitata allhora
     Traſcorfi per Fortuna li raccolſe
     Qui ſi poſaro e qui ſicuri tutti
     Meglio del ſurto lor videro i ſrutti.

 [20]
Queſta lor ſu per dieci giorni ſlanza
     Di piaceri amorali tutta piena:
     Jl.i come ſpeffo auuien che l’abondanza
     Seco in cor giouenil faſtidio mena,
     l’ulti d’accordo ſur, di reſtar ſanza
     l’emine, e liberarli di tal pena:
     Che non e ſonia da portar ſi graue
     Come hauer dona qn a noia s’ haue.

 [21]
Elfi che di guadagno e di rapine
     Kian bramoſi, e di diſpendio parchi,
     Vider ch’a paſcer tante concubine
     D’altro ch d’haſte hauea biſogno e d’archi
     Si che ſole laſciar qui le meſchine,
     K le n’andar di lor ricchezze carchi
     La doue í Puglia in ripa al mar poi ſento
     Ch’edificar la terra di Tarento.