Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/278


 [6]
E quel ch’a Chiariello e al Re Mábrino
     Diede la morte, e il regno lor disfece,
     Di queſto ſangue, doue ne l’Eufino
     l’Iſtro ne vien con otto corna o diece,
     Al duca Amone, il qual giá peregrino
     Vi capito, la madre mia mi fece,
     E l’anno e hormai, ch’io la laſciai dolete
     Per gire in Fracia a ritrouar mia gente.

 [7]
Ma non potei ſinire il mio viaggio
     Che qua mi ſpinfe vn tempeſtofo Noto:
     Son dieci meli o piú, ch ſtanza v’haggio
     Che tutti i giorni e tutte l’hore noto,
     Nominato fon’ io Guidon ſeluaggio
     Di poca pruoua anchora, e poco noto:
     Vcciſi qui Argilon da Melibea
     Con dieci cauallier che ſeco hauea.

 [8]
Feci la pruoua anchor de le donzelle:
     Coſi n’ho diece a miei piaceri allato,
     Et alla ſcelta mia ſon le piú belle
     E ſon le piú gentil di queſto ſtato:
     E queſte reggo e tutte l’altre, ch’elle
     Di ſé m’hanno gouerno e ſcettro dato:
     Coſi daranno a qualunqj altro arrida
     Fortuna ſi che la decina ancida.

 [9]
I cauallier domandano a Guidone
     Com’ha ſi pochi maſchi il tenitoro:
     E s’alle moglie hanno ſuggettione
     Come eſſe l’ha ne glialtri lochi a loro,
     Diſſe Guidon, piú volte la cagione
     Vdita n’ ho, da poi che qui dimoro
     E vi fará (fecondo ch’io l’ho vdita)
     Da me, poi che v’ aggrada, riferita.

 [10]
Al tempo che tornar dopo anni venti
     Da Troia i Greci, che duro l’aſſedio
     Dieci, e dieci altri da contrari venti
     Furo agitati in mar con troppo tedio,
     Trouar che le lor donne, agli tormenti
     Di tanta abſentia, hauean preſo rimedio,
     Tutte s’ hauean gioueni amanti eletti
     Per non ſi raffreddar ſole ne i letti,

 [11]
Le caſe lor trouaro i Greci piene
     De l’altrui ſigli, e per parer commune
     Perdonano alle mogli, che fan bene
     Che tanto non potean viuer digiune,
     Ma a i ſigli de gli adulteri conuiene
     Altroue procacciarli altre Fortune,
     Che tolerar non vogliono i mariti,
     Che piú alle ſpeſe lor ſieno notriti.

 [12]
Sono altri eſpoſti, altri tenuti occulti
     Da le lor madri, e foſtenuti in vita,
     In varie ſquadre quei ch’erano adulti
     Feron chi qua, chi la, tutti partita,
     Per altri l’arme ſon, per altri culti
     Gli ſtudi e larti, altri la terra trita
     Serue altri icorte, altri e guardia di gregge
     Còe piace a colei ch qua giú regge.

 [13]
Parti ſra glialtri vn giouinetto figlio
     Di Clitemneſtra la crudel Regina,
     Di diciotto anni, ſreſco come vn giglio
     O roſa colta allhor di ſu la ſpina,
     Queſti armato vn ſuo legno: a dar di piglio
     Si poſe, e a depdar p la marina:
     In compagnia di cento giouinetti
     Del tempo ſuo per tutta Grecia eletti.