Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
[67]
Glie ver (dicea) ch s’ huom ſi ritrouaſſe
Tra voi coſi animoſo, e coli ſorte:
Che contra dieci noſtri huomini oſaſſe
Prender battaglia, e deſſe lor la morte,
E far con diece femine baſtaffe ,
Per vna notte, vſticio di conſorte:
Egli ſi rimarria principe noſtro,
E gir voi ne potreſte al camin voſtro.
[68]
E fará in voſtro arbitrio il reſtar ancho
Vogliate o tutti o parte, ma con patto,
Che chi vorrá reſtare, e reſtar ſranco:
Marito ſia per diece femine atto,
Ma qií il guerrier voſtro poſſa manco
De i dieci che gli ſia nimici a vn tratto
O la feconda pruoua no ſorniſca:
Voglian voi ſiate ſchiaui, egli perifea.
[69]
Doue la vecchia ritrouar timore
Credea ne i cauallier, trouo baldanza,
Che ciaſcun ſi tenea tal feritore
Che ſornir l’uno e l’altro hauea ſperaza:
Et a Marphiſa Non mancaua il core
(Ben che mal’atta alla ſecoda danza)
Ma doue non l’aitaffe la Natura
Con la ſpada fupplir ſtaua ſicura.
[70]
Al padron ſu commeſſa la riſpoſta
Prima conchiuſa per cornuti conſiglio,
C hauea chi lor potria di ſé a lor poſta
Ne la piazza e nel letto far periglio:
Leuan l’offefe, & il nocchier s’ accorta
Getta la ſune e le fa dar di piglio:
E fa accodare il ponte, onde i guerrieri
Eſcono armati, e tranno i lor deſtrieri.
[71]
E quindi van per mezo la cittade
E vi ritruouan le donzelle altiere
Succinte caualcar per le contrade,
Et in piazza armeggiar come guerriere,
Ne calciar quiui ſpron ne cinger ſpade
Ne coſa d’arme può glihuomini hauere
Se non dieci alla volta per riſpetto
De l’antiqua coſtuma ch’io v’ho detto.
[72]
Tutti glialtri alla ſpola, all’aco al ſuſo,
Al pettine, & all’aſpo ſono intenti:
Con veſti feminil, che vanno giuſo
Infin’al pie, che gli fa molli e lenti,
Si tengono in catena, alcuni ad vſo
D’ arar la terra, o di guardar gli armenti:
Son pochi i maſchi: e no ſon ben p mille
Femine, cento ſra cittadi e ville.
[73]
Volendo torre i cauallieri a ſorte
Chi di lor debba per comune ſcampo
l’una decina in piazza porre a morte
Et poi l’altra ferir ne l’altro campo.
Non diſegnauan di Marphiſa ſorte
Stimando che trouar doueſſe inciampo
Ne la feconda gioſtra de la ſera:
Ch’ ad hauerne vittoria habil non era.
[74]
Ma con glialtri eſſer volſe ella ſortita,
Hor fopra lei la ſorte in ſomma cade,
Ella dicea, prima v’ ho a por la vita
Che v’habbiate a por voi la libertade,
Ma qſta ſpada (e lor la ſpada addita
Che cinta hauea) vi do per ſecurtade
Ch’io vi feiorro tutti gl’intrichi al modo
Che ſé Aleſſandro il Gordiano nodo.