Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/257


 [140]
Quiui odono il medefímo, ch’udito
     Di Lucina e de l’Orco hanno in Soria,
     E come di tornare ella a marito
     Facea nuouo apparecchio in Nicoſia,
     Quindi il padrone (eſſendoſi eſpedito
     E (ſurando buon vento alla ſua via)
     l’ancore farpa, e fa girar la proda
     Verſo Ponente, & ogni vela ſnoda.

 [141]
Al vento di Maeſtro. alzo la naue
     Le vele all’orza, & allargoſſi in alto,
     Vn Ponente Libecchio, che ſoaue
     Parue a pricipio, e ſin ch’I Sol ſlette alto
     E poi ſi ſé verſo la ſera graue
     Le leua incotra il mar con fiero aſſalto,
     Con tanti tuoni: e tanto ardor di lampi
     Ch par che’l ciel ſi (pezzi, e tutto auapi.

 [142]
Stendon le nubi vn tenebroſo velo
     Che ne Sole apparir laſcia ne ſtella,
     Di ſotto il mar: di fopra mugge il cielo:
     Il vento d’ognintorno, e la procella
     Che di pioggia oſcuriſſima, e di gelo
     1 nauiganti miſeri ſlagella:
     E la notte piú ſempre ſi diffonde
     Sopra l’irate e formidabil’onde.

 [143]
1 nauiganti, a dimoſtrare effetto
     Vanno de l’arte in che lodati ſono:
     Chi diſcorre ſiſchiando col ſraſcheto,
     E cjjto ha glialtri a far, moſtra col ſuono,
     Chi l’ancore apparechia da riſpetto,
     E chi al mainar, e chi alla ſcotta e buono
     Ch’il timone chi l’arbore aſſicura
     Chi la coperta di ſgombrare ha cura.

 [144]
Crebbe il tempo crudel tutta la notte
     Caliginoſa e piú ſcura ch’inſerno,
     Tien per l’alto il padrone, oue men rotte
     Crede l’onde trouar, dritto il gouerno,
     E volta ad hor ad hor contra le botte
     Del mar la proda, e del’horribil verno,
     Nò ſenza ſpeme mai: ch come aggiorni
     Ceffi Fortuna, o piú placabil torni.

 [145]
Non ceſſa, e non ſi placa, e piú furore
     Moſtra nel giorno, ſé pur giorno e qſto,
     Che ſi conoſce al numerar de l’hore
     Non che per lume giá ſia manifeſto,
     Hor con minor ſperanza, e piú timore
     Si da in poter del vèto il padron meſto,
     Volta la poppa all’ode, e il mar crudele
     Scorrendo ſé ne va con humil vele.

 [146]
Mentre Fortuna in mar queſti trauaglia
     No laſcia ancho poſar qglialtri in terra
     Che ſono in Frácia, oue s’ uccide e taglia
     Co i Saracini il popul d’ Inghilterra,
     Quiui Rinaldo aſſale, apre, e ſbaraglia
     Le ſchiere auuerſe, e le bandiere atterra,
     Diſſi di lui, che’l ſuo deſtrier Baiardo
     Moſſo hauea gtraa Dardinel gagliardo.

 [147]
Vide Rinaldo il ſegno del quartiero
     Di che ſuperbo era il ſigliuol d’Almòte
     E lo ſtimo gagliardo e buon guerriero
     Che cócorrer d’infegna ardia col Cote:
     Vene piú appreſſo, e gli parea piú vero
     C hauea d’ Storno huomini vcciſi a mote,
     Meglio e, grido, ch pria io ſuella e ſpéga
     Queſto mal germe, ch maggior diuéga.