Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/251


 [92]
Vuole Aquilate, vuole il Re, che mille
     Stratii ne ſieno fatti, ma Griphone
     (Perche non oſa dir Col d’ Horrigille)
     All’uno e all’altro vuol che ſi perdone:
     Diſſe assai coſe, e molto ben ordille
     Fugli riſpoſto, hor per concluſione
     Martano e diſegnato in mano al Boia
     C habbia a ſcoparlo, e no perho ch moia

 [93]
Legar lo fanno, e no tra fiori e l’nerba
     E per tutto ſcopar l’altra matina,
     Horrigille captiua ſi riſerba
     Fin che ritorni la bella Lucina,
     Al cui ſaggio parere, o lieue, o acerba
     Kinietton quei Signor la diſciplina,
     Quiui ſtette Aquilante a ricrearli
     Fin che’l ſratel ſu ſano, e potè armarli.

 [94]
Re Norandin che temperato e ſaggio
     Diuenuto era, dopo vn tanto errore,
     Non potea nò hauer ſempre il coraggio
     Di penitentia pieno, e di dolore:
     D’ hauer fatto a colui dano & oltraggio,
     Che degno di mercede era e d’honore
     Si che di e notte hauea il pèſiero intento
     Per farlo rimaner di ſé contento.

 [95]
E ſtatui nel publico conſpetto
     De la citta, di tanta ingiuria rea:
     CO qlla maggior gloria, ch’a perfetto
     Cauallier per vn Re dar ſi potea,
     Di radergli ql premio, ch’intercetto
     Con tanto ingSno il traditor gli hauea:
     E per ciò ſé bandir per quel paeſe
     Ch faria vn’ altra gioſtra idi ad vn meſe,

 [96]
Di ch’apparecchio fa tanto ſolenne
     Quanto a pompa real poſſibil ſia,
     Onde la Fama con veloci penne
     Porto la nuoua per tutta Soria:
     Et in Phenicia, e in Paleſtina venne
     E tanto ch’ad Aſtolfo ne die ſpia
     Il qual col ViceRe deliberoffe
     Che qlla gioſtra ſenza lor non foſſe.

 [97]
Per guerrier valoroſo e di gran nome
     La vera hiſtoria Sanſonetto vanta
     Gli die batteſmo Orlado, e Carlo (come
     V’ho detto) a gouernar la Terra ſanta:
     Aſtolfo con coſtui leuo le ſome
     Per ritrouarſi oue la fama canta
     Si ch d’intorno n’ha piena ogni orecchia
     Ch’in Damaſco la gioſtra s’apparecchia

 [98]
Hor caualcando per quelle contrade
     Con non lunghi viaggi, agiati e lenti:
     Per ritrouarſi freſchi alla cittade
     Poi di Damaſco, il di de torniamenti.
     Scontrarti in vna croce di due ſtrade
     Perſona, ch’al veſtire e a mouimenti
     Hauea ſembiaza d’huomo, e femin’ era
     Ne le battaglie, a maraviglia ſiera.

 [99]
La vergine Marphiſa ſi nomaua
     I )i tal valor, che con la ſpada in mano
     Fece piú volte al gran Signor di Rraua
     Sudar la ſrote, e a quel di Montalbano,
     E’l di e la notte armata ſempre andaua
     l’i qua di la cercado in mòte e in piano
     Con cauallieri erranti rifeontrarfi
     Et immortale e glorioſa ferii.