Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/243


 [28]
L’implacabil Diſcordia in compagnia
     De la Superbia, ſi meſſe in camino,
     E ritrouo che la medeſma via
     Facea per gire al campo Saracino
     Lafflitta e ſconfolata Geloſia,
     E venia ſeco vn Nano piccolino,
     Ilqual mandaua Doralice bella
     Al Re di Sarza a dar di ſé nouella,

 [29]
Quado ella vene a Madricardo in mano
     Ch’io v’ho giá raccertato, e come e doue,
     Tacitamente hauea commeſſo al Nano
     Che ne portaſſe a queſto Re le nuoue,
     Ella ſpero che noi ſaprebbe in vano
     Ma che far ſi vedria mirabil pruoue
     Per rihauerla con cnidel vendetta
     Da ql ladron che gli l’hauea intercetta.

 [30]
La Geloiia quel Nano hauea trouato
     E la cagion del ſuo venir compreſa
     A caminar ſé gliera meſſa allato:
     Parendo d’hauer luogo a qſta impreſa,
     Alla Diſcordia ritrouar ſu grato
     La Geloſia: ma piú quado hebbe inteſa
     La cagion del venir, che le potea
     Molto valere in quel che far volea.

 [31]
D’ inimicar con Rodomonte, il figlio
     Del Re Agrica, le pare hauer ſuggetto,
     Trouera a ſdegnar glialtri altro coſiglio
     A ſdegnar queſti duo, queſto e pfetto,
     Col Nano ſé ne vien, doue l’artiglio
     Del ſier Pagano hauea Parigi aſtretto,
     E capitaro a punto in ſu la riua
     Qn il crudel del fiume a nuoto vſciua.

 [32]
Toſto che riconobbe Rodomonte
     Coſtui de la ſua Donna eſſer meſſaggio
     Eſtinfe ogn’ira: e ſereno la ſronte
     E ſi ſenti brillar dentro il coraggio,
     Ogn’ altra coſa aſpetta che gli conte
     Prima, ch’alcuo habbia a lei fatto oltraggio
     Va 9tra il Nano, e lieto gli domada
     Ch’ e de la Donna noſtra ? oue ti manda ?

 [33]
Riſpoſe il Nano, ne piú tua ne mia
     Donna diro, quella ch’e ſerua altrui,
     Hieri ſcontrammo vn cauallier per via
     Che ne la tolſe, e la meno con lui,
     A quello annuntio entro la Geloſia
     Fredda come Aſpe, & abbraccio coſtui
     Seguita il Nano, e narragli in che guiſa
     Vn ſol l’ha preſa. e la ſua gente vcciſa.

 [34]
L’acciaio allhora la Diſcordia preſe
     E la pietra ſocaia, e picchio vn poco,
     E l’eſca ſotto la Superbia ſtefe
     E ſu attaccato in vn momento il fuoco,
     E ſi di queſto l’anima s’ acceſe
     Del Saracin, che non trouaua loco:
     Soſpira e ſreme con ſi horribil faccia
     Che gli eleméti, e tutto il ciel minaccia.

 [35]
Come la Tigre poi ch’in van diſcende
     Nel voto albergo, e per tutto s’ aggira
     E i cari ſigli all’ultimo comprende
     Eſſergli tolti: auampa di tant’ ira
     A tanta rabbia a tal furor s’ eſtende
     Che ne a monte ne a rio ne a notte mira:
     Ne lunga via ne grandine raffrena
     L’odio che dietro al predator la mena.