Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/237


 [116]
Soprauien l’hoſte, e di colui l’informa
     CIí giá gra pezzo di biach’ arme adorno
     Con la donna e col reſto de la torma
     Hauea ne la citta fatto ritorno,
     Truoua Griphone a poco a poco l’orma
     Ch’aſcofa glihauea Amor fin’ a ql giorno
     E con ſuo gra dolor vede eſſer qllo
     Adulter d’ Horrigille, e non fratello.

 [117]
Di ſua ſciochezza i damo hora ſi duole
     C hauendo il ver dal peregrino vdito
     I.aſciato mutar s’habbia alle parole
     Di chi l’hauea piú volte giá tradito,
     Védicar ſi potea, ne ſeppe, hor vuole
     L’inimico punir che gli e fuggito,
     Et e conſtretto con troppo gran fallo
     A tor di ql vil’huom l’arme e’I cauallo,

 [118]
Eragli meglio adar fenz’ arme e nudo
     Che porſi in doſſo la corazza indegna,
     O ch’imbracciar l’abominato ſcudo
     por ſu l’elmo la beffata inſegna,
     Ma per ſeguir la meretrice e’I drudo
     Ragione in lui pari al diſio non regna,
     A tempo venne alla citta, ch’amhor.i
     Il giorno hauea quaſi di vino vn’hora.

 [119]
Preſſo alla porta oue Griphon venia
     Siede a finiſtra vn ſplendido cartello,
     Che piú che ſorte, e ch’a guerre atto ſia
     Di ricche ſtanze, e accomodato e bello,
     1 Re, i Signori, i primi di Soria
     Con alte donne in vn gentil drappello
     Celebrauano quiui in loggia amena
     La real ſontuoſa e lieta cena.

 [120]
La bella loggia fopra’l muro vſciua
     Con l’alta rocca ſuor de la cittade,
     E lungo tratto di Iontan ſcopriua
     I larghi campi, e le diuerſe ſtrade,
     Hor che Griphon verſo la porta arriua
     Co quell’arme d’obbrobrio e di viltade
     Fu con non troppa auenturoſa ſorte
     Dal Re veduto, e da tutta la corte.

 [121]
E riputato quel di e’ hauea inſegna
     Moſſe le donne e i cauallieri a riſo
     II vii Martano, come quel che regna
     In gra fauor, dopo’l Re, e’I primo affifo,
     I'. preſſo allui la Donna di ſc degna,
     Da i quali Norandin con lieto viſo
     Volſe ſaper chi foſſe quel codardo
     Ch coſi hauea al fuohonor poco riguardo

 [122]
Che dopo vna ſi triſta e brutta pruoua
     Con tanta ſronte, hor gli tornaua inante
     Dicea, queſta mi par coſa assai nuoua
     Ch’eſſendo voi guerrier degno e pſtate
     Coſtui copagno habbiate, ch nò truoua
     l’i viltá pari in terra di Leuante,
     Il fate ſorſè per moſtrar maggiore
     Per tal contrario il voſtro alto valore

 [123]
Ma ben vi giuro per gli eterni Dei
     Che ſé non foſſe ch’io riguardo a voi
     La publica ignominia gli farei
     Ch’ io ſoglio fare a glialtri pari a lui,
     Perpetua ricordanza gli darei
     Come ognhor di viltá nimico ſui,
     Ma ſappia, s’ impunito ſé ne parte
     Grado a voi, che’l menaſte in qſta parte.