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Soprauien l’hoſte, e di colui l’informa
CIí giá gra pezzo di biach’ arme adorno
Con la donna e col reſto de la torma
Hauea ne la citta fatto ritorno,
Truoua Griphone a poco a poco l’orma
Ch’aſcofa glihauea Amor fin’ a ql giorno
E con ſuo gra dolor vede eſſer qllo
Adulter d’ Horrigille, e non fratello.
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Di ſua ſciochezza i damo hora ſi duole
C hauendo il ver dal peregrino vdito
I.aſciato mutar s’habbia alle parole
Di chi l’hauea piú volte giá tradito,
Védicar ſi potea, ne ſeppe, hor vuole
L’inimico punir che gli e fuggito,
Et e conſtretto con troppo gran fallo
A tor di ql vil’huom l’arme e’I cauallo,
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Eragli meglio adar fenz’ arme e nudo
Che porſi in doſſo la corazza indegna,
O ch’imbracciar l’abominato ſcudo
por ſu l’elmo la beffata inſegna,
Ma per ſeguir la meretrice e’I drudo
Ragione in lui pari al diſio non regna,
A tempo venne alla citta, ch’amhor.i
Il giorno hauea quaſi di vino vn’hora.
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Preſſo alla porta oue Griphon venia
Siede a finiſtra vn ſplendido cartello,
Che piú che ſorte, e ch’a guerre atto ſia
Di ricche ſtanze, e accomodato e bello,
1 Re, i Signori, i primi di Soria
Con alte donne in vn gentil drappello
Celebrauano quiui in loggia amena
La real ſontuoſa e lieta cena.
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La bella loggia fopra’l muro vſciua
Con l’alta rocca ſuor de la cittade,
E lungo tratto di Iontan ſcopriua
I larghi campi, e le diuerſe ſtrade,
Hor che Griphon verſo la porta arriua
Co quell’arme d’obbrobrio e di viltade
Fu con non troppa auenturoſa ſorte
Dal Re veduto, e da tutta la corte.
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E riputato quel di e’ hauea inſegna
Moſſe le donne e i cauallieri a riſo
II vii Martano, come quel che regna
In gra fauor, dopo’l Re, e’I primo affifo,
I'. preſſo allui la Donna di ſc degna,
Da i quali Norandin con lieto viſo
Volſe ſaper chi foſſe quel codardo
Ch coſi hauea al fuohonor poco riguardo
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Che dopo vna ſi triſta e brutta pruoua
Con tanta ſronte, hor gli tornaua inante
Dicea, queſta mi par coſa assai nuoua
Ch’eſſendo voi guerrier degno e pſtate
Coſtui copagno habbiate, ch nò truoua
l’i viltá pari in terra di Leuante,
Il fate ſorſè per moſtrar maggiore
Per tal contrario il voſtro alto valore
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Ma ben vi giuro per gli eterni Dei
Che ſé non foſſe ch’io riguardo a voi
La publica ignominia gli farei
Ch’ io ſoglio fare a glialtri pari a lui,
Perpetua ricordanza gli darei
Come ognhor di viltá nimico ſui,
Ma ſappia, s’ impunito ſé ne parte
Grado a voi, che’l menaſte in qſta parte.