Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/232


 [76]
Non hai tu Spagna I' Africa vicina
     Che t’ha via piú di queſta Italia oſſeſa?
     E pur per dar trauaglio alla meſchina
     Laſci la prima tua ſi bella impreſa:
     O d’ ogni vitio fetida ſentina
     Dormi Italia imbriaca, e non ti peſa
     C hora di queſta gente, hora di quella
     Che giá ſerua ti ſu, fei fatta ancella?

 [77]
Se’l dubbio di morir ne le tue tane
     Suizer di fame, in Lombardia ti guida:
     E tra noi cerchi, o chi ti dia del pane
     O per vſcir d’ inopia chi t’ uccida,
     Le richezze del Turcho hai no lontane
     Cacciai d’ Europa, o almen di Grecia ſnida
     Coſi potrai o del digiuno trarti
     O cader con piú merto in quelle parti.

 [78]
Quel ch’a te dico, io dico al tuo vicino
     Tedeſco anchor, la le ricchezze ſono
     Che vi porto da Roma Conſtantino,
     Portonne il meglio, e ſé del reſto dono:
     Pactolo & Hermo Onde ſi tra l’Or ſino
     Migdonia e Lydia e quel paeſe buono
     Per tante laudi in tante hiſtorie noto
     No e s’andar vi vuoi: troppo remoto.

 [79]
Tu gran Leone a cui premon le terga
     De le chiaui del ciel le graui ſome,
     Nò laſciar che nel ſonno ſi ſommerga
     Italia, ſé la man l’hai ne le chiome,
     Tu fei Paſtore, e Dio t’ ha quella verga
     Data a portare, e ſcelto il fiero nome,
     Perche tu ruggí, e che le braccia ſtèda
     Si che da i lupi il grege tuo difenda.

 [80]
Ma d’ un parlar nel’altro oue ſono ito
     Si lungi dal camin ch’io faceua hora?
     Non lo credo perho ſi hauer ſmarrito
     Ch’io non lo ſappia ritrouare anchora,
     Io’ dicea ch’in Soria ſi tenea il rito
     D’ armarli, che i Fraceſchi haueáo allhora
     Si ch bella i Damaſcho era la piazza
     Di gente armata d’ elmo e di corazza.

 [81]
Le vaghe donne gettano da i palchi
     Sopra i gioſtráti fior vermigli e gialli,
     Mètre eſſi fanno a ſuon de gli oricalchi
     Leuare aſſalti & aggirar caualli,
     Ciaſcuno o bene o mal ch’egli caualchi
     Vuol far quiui vederſi, e ſprona e dalli:
     Di ch’altri ne riporta pregio e lode
     Muoue altri a riſo, e gridar dietro s’ ode.

 [82]
De la gioſtra era il prezzo vn’ armatura
     Che ſu donata al Re pochi di inante,
     Che ſu la ſtrada ritrouo a ventura
     Ritornado d’Armenia vn mercatante.
     Il Re di nobiliſſima teſtura
     Le fopraueſte all’arme aggiunſe, e tante
     Perle vi poſe intorno, e Gemme & Oro,
     Che la fece valer molto theſoro.

 [83]
Se conoſciute il Re quell’arme haueffe
     Care hauute l’hauria fopra ogni arneſe,
     Ne in pmio de la gioſtra l’hauria meſſe
     Come che liberal foſſe e corteſe,
     Lungo faria chi raccontar voleſſe
     Chi l’hauea ſi ſprezzate e vilipeſe
     Che’n mezo de la ſtrada le laſciaffe
     Preda a chiúcg o inázi o indietro adaſſe.