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La ſera quando alla ſpelonca mena
Il gregge l’Orco, e noi ſuggiti ſente,
E e’ ha da rimaner priuo di cena
Chiama Lucina d’ogni mal nocente,
E la condanna a ſtar Tempre in catena
Allo ſcoperto in fu’l fallo eminente,
Vedela il Re per ſua cagion patire
E ſi diſtrugge, e ſol non può morire.
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Matina e ſera l’inſelice amante
La può veder come s’ affliga e piagna
Che le va miſto ſra le capre auante
Torni alla ſtalla, o torni alla campagna,
Ella con viſo meſto e ſupplicante
Gliaccena, ch per Dio non vi rimagna:
Perche vi ſta a gran riſchio de la vita,
Ne perho allei può dare alcuna aita.
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Coſi la moglie anchor de l’Orco priega.
Il Re che ſé ne vada, ma non gioua,
Che d’ andar mai ſenza Lucina niega
E ſempre piú conſtante ſi ritruoua,
In queſta ſeruitude, in che lo lega
Pietate e Amor, ſtette con lunga pruoua
Tanto ch’a capitar venne a quel ſaſſo
Il figlio d’Agricane e’l Re Gradaſſo.
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Doue co loro audacia tanto fenno
Che liberaron la bella Lucina,
Ben che vi ſu auentura piú che ſenno,
E la portar correndo alla marina,
E al padre ſuo che quiui era, la denno
E queſto ſu ne P hora matutina
Che Norandin co l’altro gregge ſtaua
A ruminar ne la montana caua.
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Ma poi che’l giorno aperta ſu la ſbarra
E ſeppe il Re la Donna eſſer partita,
(Che la moglie de l’Orco gli lo narra:
E come apunto era la coſa gita)
Gratie a Dio rende, e con voto n’ inarra
Ch’eſſendo ſuor di tal miſeria vſcita
Faccia che giunga onde per arme poſſa
Per prieghi o per theſoro eſſer rifeoſſa.
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Pien di letitia va con l’altra ſchiera
Del ſimo gregge, e viene a iverdi paſchi
E quiui aſpetta ſin ch’all’ombra nera
Il Moſtro per dormir ne l’herba caſchi:
Poi ne vien tutto il giorno e tutta ſera,
E al ſin ſicur che l’Orco non lo’ntaſchi
Sopra vn nauilio monta in Satalia
E ſon tre meſi ch’arduo in Soria.
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In Rhodi, in Cypro, e p citta e cartella
E d’Africa, e d’Egitto, e di Turchia:
Il Re cercar ſé di Lucina bella,
Ne ſin l’altrhieri hauer ne potè ſpia,
L’altrhier n’ hebbe dal ſuocero nouella
Che ſeco l’hauea ſalua in Nicoſia,
Dopo che molti di vento crudele
Era ſtato contrario alle ſue vele.
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Per allegrezza de la buona nuoua
Prepara il noſtro Re la ricca feſta,
E vuol ch’ad ogni quarta Luna nuoua
Vna ſé n’habbia a far ſimile a queſta,
Che la memoria rifreſcar gli gioua
De i quattro meſi che’n hirſuta veſta
Fu tra il gregge d l’Orco, e u giorno quale
Sara dimane vſci di tanto male.