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Il Signor noſtro in tanto ritornato
Alla marina il ſuo danno comprende,
Che truoua gran ſilentio in ogni lato
Voti fraſcati, padiglioni, e tende,
Ne fa penſar chi ſi l’habbia rubato,
E pien di grá timore al lito ſcende
Onde i nocchieri ſuoi vede in diſparte
Sarpar lor ferri e in opra por le farle.
[37]
Toſto ch’effi lui veggiono fu’l lito
Il paliſchermo mandano a leuarlo
Ma non ſi toſto ha Norandino vdito
De l’Orco che venuto era a rubarlo,
Che ſenza piú penſar piglia partito
Douunqj andato ſia di ſeguitarlo,
Vederli tor Lucina ſi gli duole
Ch’o racquiſtarla o nò piú viuer vuole.
[38]
Doue vede apparir lungo la ſabbia
La freſca orma, ne va con quella fretta
Con che lo ſpinge l’amoroſa rabbia,
Fin ch giunge alla tana ch’io v’ho detta,
Oue con tema la maggior che s’ habbia
A patir mai, l’Orco da noi s’aſpetta
Ad ogni ſuono di fentirlo parci
Ch’affamato ritorni a diuorarci.
[39]
Quiui Fortuna il Re da tempo guida
Che ſenza l’Orco in caſa era la Moglie,
Come ella’l vede, ſuggine gli grida
Mifero te, ſé l’Orco ti ci coglie,
Coglia (diſſe) o no coglia, o ſalui, o vecida
Che miſerrimo i ſia no mi ſi toglie,
Diſir mi mena, e non error di via,
C’ho di morir preſſo alla moglie mia.
[40]
Poi ſegui dimandandole nouella
Di quei che preſe l’Orco in ſu la riua.
Prima de glialtri di Lucina bella
Se l’hauea morta, o la tenea captiua,
La Donna humanamente gli fauella
E lo conforta: che Lucina e viua,
E che no e alcun dubbio ch’ella muora
Che mai femina l’Orco non diuora.
[41]
Eſſer di ciò argumento ti pofs’ io
E tutte queſte donne che ſon meco,
Ne a me ne a lor mai l’Orco e ſtato rio
Pur che no ci feoſtian da queſto ſpeco:
A chi cerca ſuggir pon graue ſio,
Ne pace mai puon ritrouar piú ſeco,
O le ſotterra viue, o l’incatena
fa ſtar nude al Sol fopra l’arena
[43]
Quado hoggi egli porto qui la tua géte
Le femine da i maſchi non diuiſe.
Ma ſi come gli hauea, confuſamente
1 teatro a quella ſpelonca tutti miſe,
Sentirá a naſo il feſſo differente
Le donne non temer che ſieno vcciſe
Glihuomini fiene certo, & empieranne
Di quattro, il giorno, o fei: l’auide cane.
[43]
Di leuar lei di qui non ho conſiglio
Che dar ti poſſa, e contentar ti puoi
Che ne la vita ſua non e periglio,
Stara qui al ben’e al mal c’hauremo noi,
Ma vattene (per dio) vattene figlio
Che l’Orco non ti ſenta e non t’ingoi
Toſto che giunge d’ognintorno annafa
E ſente ſin ’a vn topo che ſia in caſa.