Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/217


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Furo al ſegnar de gli aſpri colpi pari
     Che ſi poſero i ferri ambi alla teſta,
     Ma ſuro in arme, & in virtú diſpari
     Che l’un via pana, & l’altro morto reſta,
     Biſognan di valor ſegni piú chiari
     Che por co leggiadria la lancia in reſta,
     Ma fortuna ancho piú biſogna assai,
     Che ſenza vai virtú raro: o non mai.

 [47]
La buona lancia il Paladin racquiſta
     E verſo il Re d’Oran ratto ſi ſpicca
     Che la perſona hauea pouera e triſta
     Di cor, ma d’oſſa e di gran polpe ricca
     Queſto por tra bei colpi ſi può in liſta
     Bé ch’in fondo allo ſcudo gli l’appicca
     E chi non vuol lodarlo habbialo eſcuſo
     Perche non ſi potea giunger piú infufo.

 [48]
Non lo ritien lo ſcudo che non entre
     Bé che ſuor ſia d’acciar, dètro di palma,
     E che da ql gran corpo vſcir pel ventre
     Non faccia l’inequale e piccola alma,
     Il deſtrier che portar ſi credea mentre
     Durafl'e il lungo di, ſi graue ſalma,
     Riferi in mente ſua gratie a Rinaldo
     Ch’ a qllo ícotro gli ſchiuovn gra caldo

 [49]
Rotta l’haſta Rinaldo il deſtrier volta
     Tato leggier, ch fa ſembrar e’ habbia ale
     E doue la piú ſtretta e maggior ſolta
     Stiparſi vede, impetuoſo aſſale,
     Mena Ftifberla ſanguinoſa in volta
     Che fa l’arme parer di vetro ſrale,
     Tèpra di ferro il ſuo tagliar non ſchiua
     Che non vada a trouar la carne viua.

 [50]
Ritrouar poche tempre e pochi ferri
     Può la tagliente ſpada, oue s’ incappi,
     Ma targhe, altre di cuoio, altre di cerri
     Giupe trapunte, e attorcigliati drappi,
     Giuſto e be dunqj che Rinaldo atterri
     Qualiiqj aſſale, e ſori, e ſquarci, e affrappi
     Che no piú ſi difende da ſua ſpada
     C herba da falce, o da tempeſta biada.

 [51]
La prima ſchiera era giá meſſa in rotta
     Quado Zerbin co I’ antiguardia arriua,
     Il cauallier inauri alla gran ſrotta
     Con la lancia arreſtata ne veniua:
     La gente ſotto il ſuo pennon condotta
     Con non minor ſierezza lo ſeguiua,
     Tanti Lupi parean, tanti Leoni
     Ch’andaffero aſſalir capre o montoni.

 [52]
Spinſe a vn tepo ciaſcuno il ſuo cauallo
     Poi che fur preſſo, e ſpari immantinente
     Quel breue ſpatio, quel poco iteruallo
     Che ſi vedea ſra luna e laltra gente,
     Non ſu ſentito mai piú ſtrano ballo
     Che ferian gli Scozeſi ſolamete
     Solamente i pagani eran diſtrutti
     Come ſol per morir foſſer condutti.

 [53]
Parue piú ſreddo ogni paga ch ghiaccio
     Parue ogni Scotto piú che ſiama caldo,
     I Mori ſi credean e’ hauere il braccio
     Doueſſe ogni Chriſtia e’ hebbe Rinaldo
     Moſſe Sobrino i ſuoi ſchierati auaccio,
     Senza aſpettar che lo’nuitaffe Araldo,
     De l’altra ſquadra queſta era migliore
     Di capitano, d’arme, e di valore.