Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/216


 [38]
Ma quado achor neſſuno honor, neſſuno
     Vtil, v’ inanimaſſe a queſta impreſa,
     Còmun debito e ben: ſoccorrer l’uno
     l’altro, che militian ſotto vna Chieſa,
     Ch’ io non vi dia rotti i nemici, alcuno
     Nò ſia chi tema, e con poca conteſa,
     Che gente male eſperta tutta parmi
     Senza poſſanza, ſenza cor, fenz’armi.

 [39]
Potè con queſte e con miglior ragioni
     Con parlare eſpedito e chiara voce
     Eccitar quei magnanimi baroni
     Rinaldo, e quello eſercito feroce,
     E ſu, coiti’ e in puerbio, aggiúger ſproni
     Al buon corſier che giá ne va veloce
     Finito il ragionar fece le ſchiere
     Muouer pian pian ſotto le lor bandiere.

 [40]
Senza ſtrepito alcun ſenza rumore
     Fa il tripartito eſercito venire:
     Lungo il fiume a Zerbin dona l’honore
     Di douer prima i Barbari aſſalire,
     E fa quelli d’ Irlanda con maggiore
     Volger di via, piú tra campagna gire,
     E i cauallieri, e i fanti d’ Inghilterra
     Col Duca di Lincaſtro in mezo ferra.

 [41]
Drizzati che gli ha tutti allor camino
     Caualca il Paladin lungo la riua,
     E paſſa inanzi al buon Duca Zerbino
     E a tutto il campo che con lui veniua,
     Tato e’ hai Re d’ Orano, e al Re Sobrino
     E a glialtri lor compagni fopr’ arriua
     Ch mezo miglio appſſo a qi di Spagna
     Guardauan da quel canto la campagna.

 [42]
l’eſercito Chriſtian che con ſi ſida
     E ſi ſicura ſcorta era venuto
     C’hebbe il Silétio, e l’Angelo per guida
     Non potè hormai patir piú di ſtar muto,
     Sentiti gli ’nimici alzo le grida
     E de le tróbe vdir ſé il ſuono arguto
     E con l’alto rumor ch’arri uo al cielo
     Mando ne l’oſſa a Saracini il gelo.

 [43]
Rinaldo inanzi a glialtri il deſtrier puge
     E con la lancia per cacciarla in reſta
     Laſcia gli Scotti vn tratto d’arco lunge
     (Ch’ogni indugio a ferir ſi lo moleſta)
     Come groppo di vento talhor giunge
     Che ſi tra dietro vn’ horrida tempeſta
     Tal ſuor di ſquadra, il cauallier gagliardo
     Venia ſpronado il corridor Baiardo

 [44]
Al comparir del Paladin di Francia
     Dan ſegno i Mori alle ſuture angofee,
     Tremare a tutti in man vedi la lancia
     I piedi in ſtaffa, e ne l’arcion le coſce,
     Re Puliano ſol non muta guancia
     Che queſto eſſer Rinaldo non conoſce:
     Ne penſando trouar ſi duro intoppo
     Gli muoue il deſtrier cetra di galoppo.

 [45]
E ſu la lancia nel partir ſi ſtringe
     E tutta in ſé raccoglie la perſona:
     Poi co ambo gli ſproni il deſtrier ſpige
     E le redine inanzi gli abandona,
     Da l’altra parte il ſuo valor non ſinge
     E moſtra in fatti quel ch’in nome ſuona
     Quato habbia nel gioſtrare e gra & arte
     II ſigliuolo d’ Amone, anzi di Marte.