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Mandato hauea fei mila fanti arcieri
Sotto l’altiera inlegna d’Odoardo
E duo mila caualli e piú, leggieri:
Dietro alla guida d’Ariman gagliardo,
E mandati gli hauea per li ſentieri
Chevano e végon dritto al mar Picardo
Ch’a porta fan Martino, e fan Dionygi
Entraffero a ſoccorſo di Parigi.
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I cariaggi e glialtri impedimenti
Con lor fece drizzar per queſta ſtrada,
Egli con tutto il reſto de le genti
Piú fopra andò girando la contrada,
Seco hauean naui, e ponti, & argumenti
Da paſſar Senna, che non ben ſi guada,
l’affato ogn’ uno, e dietro i ponti rotti
Ne le lor ſchiere ordío Ingleſi e Scotti.
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Ma prima quei Baroni e Capitani
Rinaldo intorno hauendoſi ridutti:
Sopra la riua ch’alta era da i piani
Si che poteano vdirlo e veder tutti
Diſſe, Signor ben a leuar le mani
Hauete a Dio, che q v’habbia condutti.
Accio dopo vn breuiffimo ſudore
Sopra ogni nation vi doni honore.
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Per voi faran dui principi ſaluati
Se leuate l’aſſedio a quelle porte
Il voſtro Re, che voi ſete vbligati
Da ſeruitu difendere, e da morte
Et vno Imperator de piú lodati
Ch mai tenuto al mòdo habbiano corte,
E con loro altri Re, Duci e Marcheſi,
Signori, e Cauallier di piú paeſi.
[34]
Si che ſaluando vna citta, non ſoli
Parigini vbligati vi faranno,
Che molto piú che per li proprii duoli
Timidi afflitti e sbigottiti ſtanno
Per le lor mogli, & per li lor ſigliuoli
Ch’ a vn medeſmo pericolo ſeco hanno,
E per le fante vergini richiufe,
C’hoggi non ſien de i voti lór delufe.
[35]
Dico, ſaluando voi queſta cittade
V’ubligate non ſolo i Parigini,
Ma dogn’ intorno tutte le contrade,
Non parlo ſol de i populi vicini,
Ma non e terra per Chriſtianitade
Che non habbia qua dentro cittadini.
Si che vincendo, hauete da tenere
Ch piú ch Fracia v’habbia obligo hauere.
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Se donaua gli antiqui vna corona
A chi ſaluaſſe a vn cittadin la vita,
Hor che degna mercede a voi ſi dona ?
Saluando multitudine inſinita?
Ma ſé da inuidia, o da viltá, ſi buona
K ſi ſanta opra rimarrá impedita
Credetemi, che preſe quelle mura
Ne Italia ne Lamagna ancho e ſicura.
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Ne qualunque altra parte oue s’ adori
Quel che volſe p noi péder fu’l legno.
Ne voi crediate hauere lontani i Mori
Ne che pel mar ſia ſorte il voſtro regno,
Che s’ altre volte quelli vſcendo ſuori
Di Zibeltaro, e del Herculeo ſegno
Riportar prede da l’Iſole voſtre,
Ch farano hor, s’ hauran le terre noſtre?