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[22]
Ma qſto a pochi il brando rio conciede
     Ch’intorno ruota il Saracin robuſto,
     Qui fa reſtar con meza gaba vn piede,
     La fa vn capo sbalzar lungi dal buſto:
     l’un tagliare a trauerſo ſé gli vede,
     Dal capo all’ache vn’ altro fender giuſto
     E di tanti ch’uccide fere e caccia
     No ſé gli vede alcun ſegnare in faccia.

[23]
Quel che la Tigre de l’armeto imbelle
     Ne campi Hircani, o la vicino al Gange,
     O’I Lupo de le capre e de l’agnelle
     Nel monte che Typheo ſotto ſi ſrange,
     Quiui il crudel Pagan facea di quelle
     Non diro ſquadre, non diro Phalange:
     Ma vulgo e populazo voglio dire
     Degno, prima che naſca di morire.

[24]
No ne troua vn che veder poſſa in ſròte
     Fra tanti che ne taglia ſora e ſuena:
     Per qlla ſtrada che vien dritto al ponte
     Di fan Michel, ſi popolata e piena
     Corre il fiero e terribil Rodomonte
     E la ſanguigna ſpada a cerco mena:
     Non riguarda ne al ſeruo ne al Signore
     Ne al giuſto ha piú pietá, ch’al peccato?

[25]
Religion non gioua al ſacerdote,
     Ne la innocentia al Pargoletto gioua,
     Per ſereni occhi, o per vermiglie gote
     Merce ne donna ne donzella truoua,
     La vecchiezza ſi caccia e ſi percuote,
     Ne quiui il Saracin fa maggior pruoua
     Di gran valor, che di gran crudeltade
     Che non diſcerne feſſo, ordine, etade.

[26]
Non pur nel ſangue human l’ira ſi ſtède
     Del’épio Re, capo e Signor de gli empi,
     Ma cOtra i tetti anchor, ſi che n’incende
     Le belle caſe e i profanati tempi,
     Le caſe eran per quel che ſé n’ intende
     Quaſi tutte di legno in quelli tempi,
     E bè creder ſi può, ch’in Parigi bora
     De le diece le fei ſon coſi anchora.

[27]
NO par, qjtuq3 il fuoco ogni coſa arda:
     Che ſi grade odio anchor fatiar ſi poſſa:
     Doue s’aggrappi con le mani, guarda
     Si che ruini vn tetto ad ogni ſcoſſa,
     Signor hauete a creder che bobarda
     Mai non vedeſte a Padoua ſi groſſa
     Che tanto muro poſſa far cadere
     Quato fa in vna ſcoſſa il Re d’ Algiere.

[28]
Mentre quiui col ferro il maledetto
     E con le fiáme facea tanta guerra
     Se di ſuor Agramante haueſſe affretto
     Perduta era quel di tutta la terra,
     Ma no v’ hebbe agio, che’gli ſu iterdetto
     Dal Paladin che venia d’ Inghilterra
     Col populo alle ſpalle Ingleſe e Scotto
     Dal Silentio e da l’Angelo condotto.

[29]
Dio volſe che all’entrar che Rodomòte
     Fé ne la terra, e tanto fuoco acceſe,
     Che preſſo a i muri il fior di Chiaramóte
     Rinaldo giunſe, e ſeco il capo Ingleſe,
     Tre leghe fopra hauea gittato il ponte
     E torte vie da man finiſtra preſe,
     Che diſegnando i Barbari aſſalire
     Il fiume non l’haueſſe ad impedire.