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E che quindici mila ſuoi vaſalli
Che ſon Chriſtiani rinegati tutti,
Con mogli, con famiglie, e con caualli
Ha ſotto vn tetto ſol, quiui ridutti,
Aſtolfo veder vuole, oue s’ aualli
E quanto il Nilo entri ne i fallí ſlutti
A Damiata, c’hauea quiui inteſo
Qualunqj paſſa reſtar morto o preſo.
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Perho ch’in ripa al Nilo in ſu la ſoce
Si ripara vn ladron dentro vna torre,
Ch’ a paeſani e a peregrini nuoce
E fin’ al Chairo ognun rubando ſcorre:
Non gli può alcun refiſtere, & ha voce
Che l’huom gli cerca í van la vita torre,
Cento mila ferite egli ha giá haut’to,
Ne vcciderlo perho mai s’ e potuto.
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Per veder ſé può far rompere il ſilo
Alla Parca di lui, ſi che non viua
Aſtolfo viene a ritrouareHorrilo,
(Coſi hauea nome) e a Damiata arriua,
Et indi paſſa oue entra in mare il Nilo
E vede la gran torre in ſu la riua
Doue s’ alberga l’anima incantata
Che d’un Folletto nacq3, e d’una Fata.
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Quiui ritruoua che crudel battaglia
Era tra Horrilo, e dui guerrieri acceſa
Horrilo e ſolo, e ſi que dui trauaglia
Ch’ a gran fatica gli puon far difeſa,
E quanto in arme l’uno e l’altro vaglia
A tutto il mondo la fama paleſa,
Queſti erano i dui ſigli d’ Oliuero
Griphone il bianco, & Aqlante il nero.
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Glie ver che’l Negromante venuto era
Alla battaglia con vantaggio grande
Che ſeco tratto in capo hauea vna ſera
Laqual ſi truoua ſolo in quelle bande,
Viue fu’l lito, e dentro alla riuera
E i corpi humani ſon le ſue viuande
De le perſone miſere & incaute
De viandanti, e d’infelici naute.
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La beſtia ne l’arena appreſſo al porto
Per man de i duo ſratei morta giacea:
E per queſto ad Horril non ſi fa torto
S’ a vn tempo l’uno e l’altro gli nocea,
Piú volte l’ha ſmébrato, e nò mai morto
Ne per ſmèbrarlo vccider ſi potea:
Che ſé tagliato, o mano, o gamba gli era
La rapiccaua che parea di cera.
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Hor fin’ a denti il capo gli diuide
Griphone, hor Aquilante fin’ al petto,
Egli de i colpi lor ſempre ſi ride
S’ adiran’ eſſi che non hanno effetto,
Chi mai d’ alto cader l’argento vide
Ch gli Alchimiſti hano Mercurio detto
E ſpargere e raccor tutti i ſuo membri
Sentendo di coſtui, ſé ne rimembri.
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Se gli ſpiccano il capo, Horrilo ſcende
Ne ceſſa brancolar ſin che lo truoui,
Et hor pel crine & hor pel naſo il prede
Lo ſalda al collo, e nò ſo co che chioui
Pigliai talhor Griphon, e’l bracio ſtéde
Nel ſiue il getta, e nò par ch’ácho gioui
Ch nuota Horrilo al fondo eoe vn peſce
E col ſuo capo ſaluo alla ripa eſce.