Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/202


 [32]
Sotto la fede entrar (otto la (corta
     Di queſto capitan di ch’io ti parlo
     Veggio in Italia, oue da lui la porta
     Gli fará aperta, alla corona Carlo,
     Veggio che’l premio che di ciò riporta
     No tien p ſé, ma fa alla patria darlo
     Con prieghi ottien ch’in liberta la metta
     Doue altri a ſé l’hauria ſorſè ſuggetta.

 [33]
Queſta pietá ch’egli alla patria moſtra
     E degna di piú honor d’ ogni battaglia,
     Ch’in FrScia o í Spagna, o ne la terra vra
     Vinceſſe Iulio o i Africa o in Teſſaglia,
     Ne il grade Ottauio, ne chi ſeco gioſtra
     Di par Antonio, in piú honoráza faglia
     Pei geſti ſuoi, ch’ogni lor laude amorza
     l’hauere vſato alla lor patria ſorza.

 [34]
Queſti & ogn’ altro che la patria tenta
     Di libera far ſerua, ſi arrofifea,
     Ne doue il nome d’ Andrea Doria ſenta
     di leuar gliocchi í viſo d’ huomo ardiſea
     Veggio Carlo che’l pmio gli augumèta
     Ch’oltre ql ch’in cómun vuol ch ſruiſca
     Gli da la ricca terra ch’ai Normandi
     Sara principio a farli in Puglia grandi.

 [35]
A queſto Capitan non pur corteſe
     Il magnanimo Carlo ha da moſtrarfi:
     Ma a quáti haura ne le Ceſaree impreſe
     Del ſangue lor non ritrouati ſcarfi:
     D’hauer citta d’hauer tutto vn paeſe
     Donato a vn ſuo fedel, piú ralegrarſi
     Lo veggio, e a tutti quei ch ne ſon degni
     Che d’acqſtar nuou’ altri iperii e regni.

 [36]
Coſi de le vittorie: lequal poi
     Ch’un gran numero d’anni fará corſo
     Daranno a Carlo i capitani ſuoi:
     Facea col Duca Andronica diſcorſo,
     E la Compagna in tanto a i venti Eroi
     Viene allentado e raccoglièdo il morſo
     E fa e’ hor qſto hor quel ppitio l’eſce.
     E come vuol li minuifee e creſce.

 [37]
Veduto haueano in tanto il mar de Perſi
     Come in ſi largo ſpatio ſi dilaghi,
     Onde vicini in pochi giorni ferfi
     AlGolpho ch nomar gliantiqui Maghi,
     Quiui pigliaro il porto, e fur conuerſi
     Con la poppa alla ripa, i legni vaghi:
     Quindi ſicur d’Alcina e di ſua guerra
     Aſtolfo il ſuo camin preſe per terra.

 [38]
Paſſo p piú d’un capo, e piú d’un boſco
     Per piú d’un mote, e per piú d’una valle,
     Oue hebbe ſpeffo all’aer chiaro e al ſoſco
     I ladroni hor’ inazi, hor’ alle ſpalle
     Vide Leoni e Draghi pien di toſco
     Et altre fere attrauerfarfí il calle:
     Ma no ſi toſto hauea la bocca al corno,
     Che ſpauentati gli ſuggian d’intorno.

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Vien per l’Arabia ch’e detta felice
     Ricca di Myrrha, e d’odorato Incèſo,
     Che per ſuo albergo l’unica Phenice
     Eletto s’ ha, di tutto il mondo immenſo,
     Fin che l’onda trouo vendicatrice
     Giá d’Ifrael, che per diuin conſenſo
     Pharaone ſommerſe e tutti i ſuoi
     E poi venne alla terra de gli Heroi.