Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/200


 [16]
Laſciando il porto e l’onde piú traquille
     Con felice aura ch’alia poppa (pira
     Sopra le ricche e populoſe ville
     De l’odoriſera India il Duca gira,
     Scoprendo a deſtra, & a finiſtra mille
     Iſole ſparfe, e tanto va che mira
     La terra di Thomafo, onde il nocchiero
     Piú a TramOtana poi volge il ſentiero.

 [17]
Quaſi radendo l’Aurea Cherſoneſſo
     La bella armata il gran pelago ſrange,
     E coſteggiando i ricchi liti ſpeffo
     Vede come nel mar biancheggi ilGage,
     E Traprobane vede e Cori appreſſo
     E vede il mar che ſra i duo liti s’ ange
     Dopo gran via ſuro a Cochino, e quindi
     Vſciro ſuor de i termini de gl’Indi.

 [18]
Scorrendo il Duca il mar con ſi fedele
     E ſi ſicura ſcorta, intender vuole,
     E ne domanda Andronica: ſé dele
     Parti c’han nome dal cader del Sole
     Mai legno alcu che vada a remi e a vele
     Nel mare Orientale apparir ſuole,
     E s’ andar può ſenza toccar mai terra
     Chi d’ India ſcioglia i Fracia, o i ighilterra.

 [19]
Tu dei ſapere (Andronica riſponde,)
     Che d’ ognintorno il mar la terra abbraccia,
     E va l’una ne l’altra tutte l’onde
     Sia doue bolle, o doue il mar s’aggiaccia
     Ma perche qui dauante ſi difonde
     E ſotto il mezo di molto ſi caccia
     La terra d’Ethiopia: alcuno ha detto
     Ch’aNettuno ir piú inazi iui e Iterdetto.

 [20]
Per queſto dal noſtro indico leuante
     Naue no e che per Europa ſcioglia
     Ne ſi muoue d’Europa Nauigante
     Ch’ in qſte noſtre parti arriuar voglia,
     11 ritrouarſi queſta terra aliante
     E queſti e quelli al ritornare inuoglia,
     Che credeno veggendola ſi lunga
     Che co l’altro Hemiſperio ſi cógiunga.

 [21]
Ma volgendoli gli anni io veggio vſcire
     Da l’eſtreme contrade di ponente
     Nuoui Argonauti, e nuoui Tiphy: e aprire
     La ſtrada ignota in fin’ al di preſente:
     Altri volteggiar l’Africa: e ſeguire
     Tanto la coſta de la negra gente
     Che paffino ql ſegno onde ritorno
     Fa il Sole a noi, laſciando ilCapricorno.

 [22]
E ritrouar del lungo tratto il ſine
     Che queſto fa parer dui mar diuerſi.
     E ſcorrer tutti i liti: e le vicine
     Iſole d’Indi, d’Arabi, e di Perii.
     Altri laſciar le deſtre e le mancine
     Riue: che due per opra Herculea ferfi:
     E del Sole imitando il camin tondo
     Ritrouar nuoue terre e nuouo mondo.

 [23]
Veggio la Santa Croce: e veggio i ſegni
     Imperiai: nel verde lito eretti.
     Veggio altri a guardia de i battuti legni
     Altri all’acquiſto del paeſe: eletti,
     Veggio da dieci cacciar mille: e i regni
     Di la da l’India ad Aragon ſuggetti:
     E veggio i Capitan di Carlo quinto
     Douunqj vanno hauer per tutto vinto.