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Egli queſti conforta e quei riprende
E lor mal grado inanzi ſé gli caccia:
Ad altri il petto, ad altri il capo fende
Che per ſuggir veggia voltar la faccia:
Molti ne ſpinge, & vrta, alcuni prende
Pei capelli, pel collo, e per le braccia:
E ſozopra la giú tanti ne getta
Che quella ſoſſa a capir tutti e ſtretta.
[129]
Mentre Io ſtuol de Barbari ſi cala
Anzi trabocca al periglioſo fondo
Et indi cerca per diuerſa ſcala
Di ſalir fopra l’argine fecondo:
Il Re di Sarza (come haueſſe vn’ ala
Per ciaſcun de ſuoi mébri) leuo il pódo
Di ſi gran corpo, e con tant’ arme indoſſo
E netto ſi lancio di la dal ſoſſo.
[130]
Poco era men di trenta piedi, o tanto
Et egli il paſſo deſtro come vn veltro,
E fece nel cader ſtrepito, quanto
Haueſſe hauuto ſotto i piedi il feltro,
Et a queſto, & a quello affrappa il malo
Come ſien l’arme di tenero peltro
E non di ferro, anzi pur ſien di ſcorza
Tal la ſua ſpada, e tanta e la ſua ſorza.
[131]
In queſto tempo i noſtri da chi teſe
l’inſidie ſon ne la caua profonda
Che v’ han ſcope e faſcine in copia ſtefe
Intorno a quai di molta pece abonda,
Ne perho alcuna ſi vede paleſe
Ben che n’ e piena l’una e l’altra ſponda
Dal fondo cupo inſino all’orlo quaſi
E ſenza ſin v’hanno appiatati vaſi.
[132]
Qual con ſalnitro, qual con oglio, quale
Con zolfo, qual con altra fimil’efea,
I noſtri in queſto tempo perche male
A i Saracini il ſolle ardir rieſca
Ch’eran nel ſoſſo, e per diuerſe ſcale
Credean montar ſu l’ultima bertrefea
Vdito il ſegno da oportuni lochi
Di qua e di la fenno auampare i ſochi.
[133]
Torno la ſiamma ſparfa tutta in vna
Che tra vna ripa e l’altra ha’l tutto pieno
E tanto aſcende in alto, ch’alla Luna
Può d’appreffo aſciugar l’humido ſeno,
Sopra ſi volue oſcura nebbia e bruna
Che’ISole adóbra e ſpegne ogni ſereno:
Sentefi vn feoppio in vn perpetuo ſuono
Simile a vn grande e ſpauentofo tuono.
[134]
Aſpro concento horribile harmonia
D’alte querele d’ululi e di ſtrida
De la miſera gente che peria
Nel fondo per cagion de la ſua guida:
Iſtranamente concordar s’ udia
Col fiero ſuon de la ſiamma homicida,
Non piú Signor non piú di queſto cato
Ch’ io ſon giá rauco e vo pofarmi alqjto.