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Altrimente il Silentio non riſpofe,
Che col capo, accennando che faria,
E dietro vbidiente ſé gli poſe,
E ſuro al primo volo in Picardia,
Michel moſſe le ſquadre coraggioſe,
E ſé lor breue vn gran tratto di via,
Si che in vn di a Parigi le conduſſe,
Ne alcun s’ auide che miracol ſuſſe.
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Diſcorreua il Silentio, e tutta volta,
E dinanzi alle ſquadre e d’ ognintorno
Facea girare vn’alta nebbia in volta,
Et hauea chiaro ogn’ altra parteil giorno
E non Iaſciaua queſta nebbia ſolta
Che s’ udiſſe di ſuor tromba ne corno,
Poi n’ andò tra Pagani e meno ſeco
Vn no ſo che, ch’ognii ſé ſordo e cieco.
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Mentre Rinaldo in tal fretta venia
Che ben parea da l’Angelo condotto:
E con ſilentio tal, che non s’udia
Nel campo ſaracin farſene motto:
Il Re Agramante hauea la fanteria
Meſſo ne borghi di Parigi, e ſotto
Le minacciate mura in ſu la ſoſſa:
Per far quel di l’eſtremo di ſua poſſa.
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Chi può contar l’efercito che moſſo
Queſto di cotra Carlo ha’l Re Agramate
Conterá anchora in ſu l’ombroſo doſſo
Del ſiluoſo Apennin tutte le piante,
Dira quate onde qn e il mar piú groſſo
Bagnano i piedi a’l Mauritano Atlante:
E per quanti occhi il ciel le furtiue opre
De gli amatori a meza notte ſcuopre.
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Le campane ſi ſentono a martello
Di ſpeſſi colpi e ſpauentofi tocche,
Si vede molto in qſto tépio e in quello
Alzar di mano e dimenar di bocche,
Se’l theſoro pareſſe a Dio ſi bello
Come alle noſtre openioni ſciocche,
Queſto era il di che’l ſanto confiſtoro
Fatto hatiria 1 terra ogni ſua ſtatua d’ oro
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S’ odon ramaricare i vecchi giuſti
Che s’erano ſerbati in quelli affanni,
E nominar felici i l’acri huſti
Còpoſti in terra giá molti e molt’anni,
Ma glianimoſi gioueni robuſti
Che miran poco i lor propinqui danni,
Sprezzando le ragion de piú maturi
Di qua di la vanno correndo a muri.
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Quiui erano Baroni, e Paladini,
Re, Duci, Cauallier, Marcheſi, e Conti,
Soldati foreſtieri, e cittadini,
Per Chriſto e pel ſuo honoſ a morir proti
Che per vſcire adoſſo a i Saracini
Pregan l’Imperator ch’abbaffi i ponti:
Gode egli diveder l’animo audace
Ma di laſciarli vſcir non li compiace.
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E li diſpone in oportuni lochi
Per impedire a i barbari la via,
La ſi contenta che ne vadan pochi,
Qua non baſta vna groſſa compagnia,
Aliuni han cura maneggiare i ſuochi
Le machine altri, oue biſogno ſia:
Carlo di qua di la non ſta mai fermo
Va foccorrendo, e fa per tutto Cenerino