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 [96]
Altrimente il Silentio non riſpofe,
     Che col capo, accennando che faria,
     E dietro vbidiente ſé gli poſe,
     E ſuro al primo volo in Picardia,
     Michel moſſe le ſquadre coraggioſe,
     E ſé lor breue vn gran tratto di via,
     Si che in vn di a Parigi le conduſſe,
     Ne alcun s’ auide che miracol ſuſſe.

 [97]
Diſcorreua il Silentio, e tutta volta,
     E dinanzi alle ſquadre e d’ ognintorno
     Facea girare vn’alta nebbia in volta,
     Et hauea chiaro ogn’ altra parteil giorno
     E non Iaſciaua queſta nebbia ſolta
     Che s’ udiſſe di ſuor tromba ne corno,
     Poi n’ andò tra Pagani e meno ſeco
     Vn no ſo che, ch’ognii ſé ſordo e cieco.

 [98]
Mentre Rinaldo in tal fretta venia
     Che ben parea da l’Angelo condotto:
     E con ſilentio tal, che non s’udia
     Nel campo ſaracin farſene motto:
     Il Re Agramante hauea la fanteria
     Meſſo ne borghi di Parigi, e ſotto
     Le minacciate mura in ſu la ſoſſa:
     Per far quel di l’eſtremo di ſua poſſa.

 [99]
Chi può contar l’efercito che moſſo
     Queſto di cotra Carlo ha’l Re Agramate
     Conterá anchora in ſu l’ombroſo doſſo
     Del ſiluoſo Apennin tutte le piante,
     Dira quate onde qn e il mar piú groſſo
     Bagnano i piedi a’l Mauritano Atlante:
     E per quanti occhi il ciel le furtiue opre
     De gli amatori a meza notte ſcuopre.

 [100]
Le campane ſi ſentono a martello
     Di ſpeſſi colpi e ſpauentofi tocche,
     Si vede molto in qſto tépio e in quello
     Alzar di mano e dimenar di bocche,
     Se’l theſoro pareſſe a Dio ſi bello
     Come alle noſtre openioni ſciocche,
     Queſto era il di che’l ſanto confiſtoro
     Fatto hatiria 1 terra ogni ſua ſtatua d’ oro

 [101]
S’ odon ramaricare i vecchi giuſti
     Che s’erano ſerbati in quelli affanni,
     E nominar felici i l’acri huſti
     Còpoſti in terra giá molti e molt’anni,
     Ma glianimoſi gioueni robuſti
     Che miran poco i lor propinqui danni,
     Sprezzando le ragion de piú maturi
     Di qua di la vanno correndo a muri.

 [102]
Quiui erano Baroni, e Paladini,
     Re, Duci, Cauallier, Marcheſi, e Conti,
     Soldati foreſtieri, e cittadini,
     Per Chriſto e pel ſuo honoſ a morir proti
     Che per vſcire adoſſo a i Saracini
     Pregan l’Imperator ch’abbaffi i ponti:
     Gode egli diveder l’animo audace
     Ma di laſciarli vſcir non li compiace.

 [103]
E li diſpone in oportuni lochi
     Per impedire a i barbari la via,
     La ſi contenta che ne vadan pochi,
     Qua non baſta vna groſſa compagnia,
     Aliuni han cura maneggiare i ſuochi
     Le machine altri, oue biſogno ſia:
     Carlo di qua di la non ſta mai fermo
     Va foccorrendo, e fa per tutto Cenerino