Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/190


 [72]
So che i meriti noſtri atti non ſono
     A ſatisfare al debito d’ un’ oncia,
     Ne deuemo ſperar da te perdono
     Se riguardiamo a noſtra vita ſconcia,
     Ma ſé vi aggiugni di tua gratia il dono
     Noſtra ragion ſia ragguagliata e concia
     Ne del tuo aiuto diſperar poſſiamo
     Qualhor di tua pietá ci ricordiamo.

 [73]
Coſi dicea l’Imperator deuoto
     Con humiltade e contrition di core:
     Giunſe altri prieghi e conueneuol voto
     Al gran biſogno e all’alto ſuo ſplédore,
     Non ſu il caldo pregar d’ effetto voto
     Perho che’l Genio ſuo l’Angel miglior
     I prieghi tolſe e ſpiego al del le penne
     Et a narrare al Saluator li venne.

 [74]
E ſuro altri inſiniti in quello inſtante
     Da tali meſſagier portati a Dio,
     Che come gli aſcoltar l’anime fante
     Dipinte di pietade il viſo pio,
     Tutte miraro il ſempiterno Amante
     E gli moſtraro il comun lor diſio.
     Che la giuſta oration foſſe efaudita
     Del populo Chriſtian che chiedea aita.

 [75]
E la bontá ineſſabile, ch’in vano
     Non ſu pregata mai da cor fedele,
     Leua gli occhi pietoſi, e fa con mano
     Cenno, che venga a ſé l’Angel Michele
     Va (gli diſſe) all’efercito Chriſtiano
     Che dianzi in Picardia calo le vele:
     E al muro di Parigi l’appreſenta
     Si che’l campo nimico non lo ſenta.

 [76]
Truoua prima il Silentio, e da mia parte
     Gli di, che teco a queſta impreſa venga,
     Ch’egli ben pueder con ottima arte
     Sapra di quato proueder conuenga,
     Fornito queſto, ſubito va in parte
     Doue il ſuo ſeggio la Diſcordia tenga,
     Dille che l’eſca e il fucil ſeco prenda,
     E nel capo de Mori il fuoco accenda.

 [77]
E tra quei che vi ſon detti piú ſorti
     Sparga tante zizanie e tante liti,
     Che còbattano inſieme, & altri morti:
     Altri ne ſieno preſi, altri feriti.
     E ſuor del capo altri lo ſdegno porti:
     Si che il lor Re poco di lor s’aiti,
     Non replica a tal detto altra parola
     II benedetto Augel, ma dal ciel vola.

 [78]
Douunque drizza Michel Angel l’ale
     Fuggon le nubi, e torna il ciel ſereno:
     Gli gira itorno vn’ aureo cerchio: quale
     Veggian di notte lampeggiar baleno,
     Seco penſa tra via doue ſi cale
     Il celeſte Corrier per fallir meno,
     A trouar quel nimico di parole
     A cui la prima comiffion far vuole,

 [79]
Vien ſcorrèdo ou’ egli habiti, ou’ egli vſi
     E ſé accordaro in ſin tutti i penſieri
     Che de Frati e de Monachi rinchiuſi
     Lo può trouare in chieſe e in monaſteri,
     Doue ſono i parlari in modo eſclufi
     Che’l Silentio, oue cantano i ſalteri,
     Oue dormeno, oue hanno la piatanza,
     E ſinalmente e ſcritto in ogni ſtanza.