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Come in palude aſciutta dura poco
Stridula caria, o in campo arrida ſtoppia
Cotra il ſoſſio di Borea, e cótra il fuoco
Chel cauto agricultore iſieme accoppia
Quando la vaga ſiamma occupa il loco
E ſcorre per li ſolchi, e ſtride e ſcoppia:
Coſi coſtor, contra la ſuria acceſa
Di Mandricardo fan poca difeſa.
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Poſcia ch’egli reſtar vede l’entrata
Che mal guardata ſu ſenza cuſtode,
Per la via che di nuouo era ſegnata,
Ne l’herba, e al ſuono d i ramarchi ch’e
Viene a veder la Donna di Granata
Se di bellezze e pari alle ſue lode,
Palla tra i corpi de la gente morta
Doue gli da, torcendo il fiume, porta.
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E Doralice in mezo il prato vede
(Che coſi nome la Dózella hauea)
Laqual ſuſſolta da l’antico piede
D’un Fraſſino filueſtre ſi dolea,
Il pianto come vii riuo che ſuccede
Di viua vena, nel bel ſen cadea,
E nel bel viſo ſi vedea che inſieme
De l’altrui mal ſi duole, e del ſuo teme.
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Crebbe il timor come venir lo vide
Di ſangue brutto e con faccia empia e oſcura
E’l grido ſin al del l’aria diuide
Di ſé e de la ſua gente per paura,
Che oltre i cauallier v’ erano guide
Che de la bella inſante haueano cura,
Maturi vecchi, e assai donne e donzelle
Del regno di Granata, e le piú belle,
[52]
Come il Tartaro vede quel bel viſo
Che non ha paragone in tutta Spagna,
E e’ ha nel piato, hor ch’effer de nel riſo?
Teſa d’Amor l’ineſtricabil ragna,
Non fa ſé viue, o in terra o in paradiſo.
Ne de la ſua vittoria altro guadagna
Se non che in man de la ſua prigioniera,
Si da prigione e non fa in qual maniera.
[53]
Allei perho non ſi concede tanto
Che del trauaglio ſuo le doni il ſrutto,
Benché piangendo ella dimoſtri, quáto
Poſſa donna moſtrar dolore e lutto,
Egli ſperado volgerle quel pianto
In ſommo gaudio, era diſpoſto al tutto
Menarla ſeco, e fopra vn bianco vbino.
Montar la fece, e torno al ſuo camino,
[54]
Dóne e donzelle e vecchi & altra gente
Ch’eran con lei venuti di Granata,
Tutti licentio benignamente,
Dicendo assai da me ſia accompagnata,
lo maſtro, io balia, io le faro ſergente
In tutti i ſuoi biſogni, a dio brigata,
Coſi non gli poſſendo far riparo
Piangendo e ſoſpirando ſé n’ andaro.
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Tra lor dicendo quanto doloroſo
Ne fará il padre come il caſo intenda,
Quata ira, qjto duol ne haura il ſuo ſpofo,
O come ne fará vedetta horrenda,
Deh perche a tempo tanto biſognoſo,
Non e qui preſſo, a far che coſtui renda
Il ſangue illuſtre del Re Stordilano,
Prima che ſé lo porti piú lontano.