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CA N TO lí VO P E C/M O

 [84]
Stordito de l’arcion quel Re ſtramazza
     Non ſi riuolge Orlando a riuederlo:
     Che glialtrí taglia, tróca, fende, amazza,
     A tutti pare in ſu le ſpalle hauerlo:
     Come per l’aria oue ha ſi larga piazza
     Fuggon li ſtorni da l’audace Smerlo,
     Coſi di quella ſquadra hormai disfatta
     Altri cade, altri ſugge, altri s’appiatta.

 [85]
Non ceffo pria la ſanguinoſa ſpada
     Che ſu di viua gente il campo voto:
     Orlando e in dubbio a ripigliar la ſtrada
     Ben che gli ſia tutto il paeſe noto,
     O da man deſtra, o da finiſtra vada,
     Il pender da l’andar ſempre e remoto,
     D’Angelica cercar ſuor ch’oue ſia
     Sempre e in timore, e far contraria via.

 [86]
II ſuo camin (di lei chiedendo ſpeffo)
     Hor per li campi hor per le ſelue tenne:
     E (ſi come era vſcito di ſé ſteffo)
     Vſci di ſtrada, e a pie d’un monte véne:
     Doue la notte, ſuor d’un ſaſſo feſſo
     Lòtan vide vii ſplendor batter le penne:
     Orlando al ſaſſo per veder s’accoſta,
     Se quiui foſſe Angelica repoſta.

 [87]
Come nel boſco del’humil Ginepre
     O ne la ſtoppia alla campagna aperta:
     Quando ſi cerca la pauroſa Lepre
     Per trauerſati ſolcili e per via incerta:
     Si va ad ogni ceſpuglio, ad ogni vepre
     Se per ventura vi foſſe coperta:
     Coſi cercaua Orlando con gran pena
     La donna tua, doue ſperanza il mena.

 [88]
Verſo ql raggio andando infretta il cote
     Giunſe oue ne la ſelua ſi diffonde
     Dal’anguſto ſpiraglio di quel monte
     Ch’una capace grotta in ſé naſconde,
     E truoua inanzi, ne la prima ſronte
     Spine, e virgulti come mura e ſponde
     Per celar quei che ne la grotta (tanno
     Da chi far lor cercaſſe oltraggio e dáno.

 [89]
Di giorno ritrouata non farebbe,
     Ma la facea di notte il lume aperta:
     Orlando penſa ben quel ch’effer debbe
     Pur vuol ſaper la coſa ancho piú certa,
     Poi che legato ſuor Brigliadoro hebbe
     Tacito viene alla grotta coperta:
     E ſra li ſpeſſi rami ne la buca
     Entra ſenza chiamar chi l’introduca.

 [90]
Sri tuie la tomba molti gradi al baffo
     Doue la viua gente ſta ſepolta,
     Era non poco ſpatiofo il ſaſſo
     Tagliato a punte di ſcarpelli inuolta,
     Ne di luce diurna in tutto caffo,
     Ben che l’entrata non ne daua molta,
     Ma ve ne venia assai da vna fineſtra,
     Che ſporgea in vn ptugio da ma deſtra.

 [91]
In mezo la ſpelòca appretto a vn fuoco
     Ii.i vna donna di giocondo viſo:
     Quindici anni pattar douea di poco
     Oliato ſu al Còte al prío ſguardo auiſo:
     Et era bella ſi, che facea il loco
     Saluatico parere vn Paradiſo:
     Ben e’ hauea gliocchi di lachryme pregni
     Del cor dolente manifeſti ſegni.