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CA N TO lí VO P E C/M O
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Stordito de l’arcion quel Re ſtramazza
Non ſi riuolge Orlando a riuederlo:
Che glialtrí taglia, tróca, fende, amazza,
A tutti pare in ſu le ſpalle hauerlo:
Come per l’aria oue ha ſi larga piazza
Fuggon li ſtorni da l’audace Smerlo,
Coſi di quella ſquadra hormai disfatta
Altri cade, altri ſugge, altri s’appiatta.
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Non ceffo pria la ſanguinoſa ſpada
Che ſu di viua gente il campo voto:
Orlando e in dubbio a ripigliar la ſtrada
Ben che gli ſia tutto il paeſe noto,
O da man deſtra, o da finiſtra vada,
Il pender da l’andar ſempre e remoto,
D’Angelica cercar ſuor ch’oue ſia
Sempre e in timore, e far contraria via.
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II ſuo camin (di lei chiedendo ſpeffo)
Hor per li campi hor per le ſelue tenne:
E (ſi come era vſcito di ſé ſteffo)
Vſci di ſtrada, e a pie d’un monte véne:
Doue la notte, ſuor d’un ſaſſo feſſo
Lòtan vide vii ſplendor batter le penne:
Orlando al ſaſſo per veder s’accoſta,
Se quiui foſſe Angelica repoſta.
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Come nel boſco del’humil Ginepre
O ne la ſtoppia alla campagna aperta:
Quando ſi cerca la pauroſa Lepre
Per trauerſati ſolcili e per via incerta:
Si va ad ogni ceſpuglio, ad ogni vepre
Se per ventura vi foſſe coperta:
Coſi cercaua Orlando con gran pena
La donna tua, doue ſperanza il mena.
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Verſo ql raggio andando infretta il cote
Giunſe oue ne la ſelua ſi diffonde
Dal’anguſto ſpiraglio di quel monte
Ch’una capace grotta in ſé naſconde,
E truoua inanzi, ne la prima ſronte
Spine, e virgulti come mura e ſponde
Per celar quei che ne la grotta (tanno
Da chi far lor cercaſſe oltraggio e dáno.
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Di giorno ritrouata non farebbe,
Ma la facea di notte il lume aperta:
Orlando penſa ben quel ch’effer debbe
Pur vuol ſaper la coſa ancho piú certa,
Poi che legato ſuor Brigliadoro hebbe
Tacito viene alla grotta coperta:
E ſra li ſpeſſi rami ne la buca
Entra ſenza chiamar chi l’introduca.
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Sri tuie la tomba molti gradi al baffo
Doue la viua gente ſta ſepolta,
Era non poco ſpatiofo il ſaſſo
Tagliato a punte di ſcarpelli inuolta,
Ne di luce diurna in tutto caffo,
Ben che l’entrata non ne daua molta,
Ma ve ne venia assai da vna fineſtra,
Che ſporgea in vn ptugio da ma deſtra.
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In mezo la ſpelòca appretto a vn fuoco
Ii.i vna donna di giocondo viſo:
Quindici anni pattar douea di poco
Oliato ſu al Còte al prío ſguardo auiſo:
Et era bella ſi, che facea il loco
Saluatico parere vn Paradiſo:
Ben e’ hauea gliocchi di lachryme pregni
Del cor dolente manifeſti ſegni.