Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/168


 [76]
Leuaſi vn grido ſubito & horrendo
     Che d’ ogn’ intorno n’ha l’aria ripiena,
     Come ſi vede il giouene cadendo
     Spicciar il ſangue di ſi larga vena,
     La turba verſo il Conte vien ſremendo
     Diſordinata, e tagli, e punte mena
     Ma quella e piú: che con pennuti dardi
     Tèpeſta il fior de i cauallier gagliardi.

 [77]
Con qual rumor la ſetoloſa ſrotta
     Correr da monti ſuole, o da campagne,
     Se’l Lupo vſcito di naſcofa grotta
     O POrfo ſcefo alle minor montagne
     Vn tener porco preſo habbia tal’hotta:
     Che co grugnito e gran ſtridor ſi lagne:
     Con tal, lo ſtuol barbarico era moſſo,
     Verſo il Conte, gridando adoſſo adoſſo.

 [78]
Lance ſaette e ſpade hebbe l’ufbergo
     A vn tépo mille, e lo ſcudo altretante
     Chi gli percuote con la mazza il tergo
     Chi minaccia da lato, e chi dauante:
     Ma ql ch’ai timor mai no diede albergo
     Eſtima la vii turba, e l’arme tante,
     Quel che détro alla madra, alPaer cupo
     11 numer de l’agnelle ertimi il Lupo.

 [79]
Nuda hauea in man qlla ſulminea ſpada
     Che porti ha tanti ſaracini a morte,
     Duncg chi vuol di quanta turba cada
     Tenere il conto, ha impreſa dura e ſorte,
     Roſſa di ſangue giá correa la ſtrada
     Capace a pena a tante genti morte,
     Perche ne targa ne capei difende
     La fatai Durindana, oue diſcende.

 [80]
Ne verta piena di cotone, o tele
     Che circondino il capo in mille volti:
     Non pur per l’aria, gemiti, e querele
     Ma volan braccia e ſpalle, e capi ſciolti:
     Pel campo errando va morte crudele
     In molti varii, e tutti horibil volti:
     E tra ſé dice in man d’Orlando vaici
     Durindana per cento de mie falci.

 [81]
Vna percoſſa, a pena l’altra aſpetta
     Be torto cominciar tutti a ſuggire:
     E quando prima ne veniano in fretta
     Perch’era ſol, credeanſelo inghiottire:
     Non e chi per leuarſi de la ſtretta
     l’amico aſpetti e cerchi inſieme gire,
     Chi ſugge a piedi i qua, chi cola ſprona
     Neſſun domanda ſé la ſtrada e buona.

 [82]
Virtude andaua intorno con lo ſpeglio
     Che fa veder ne l’anima ogni ruga:
     Neſſun vi ſi miro, ſé non vn veglio
     A cui il ſangue l’etá non l’ardir ſciuga:
     Vide coſtui, quanto il morir ſia meglio
     Che con ſuo dishonor metterli in ſuga,
     Dico il Re di Noritia, onde la lancia
     Arreſto contra il Paladin di Francia.

 [83]
E la roppe alla penna de lo ſcudo
     Del fiero Conte, che nulla ſi moſſe:
     Egli e’ hauea alla porta il brado nudo
     Re Manilardo al trapaſſar percoſſe:
     Fortuna l’aiuto che’l ferro crudo
     In man d’Orlando al venir giú voltoſſe:
     Tirare i colpi a ſilo ogn’ hor non lece,
     Ma pur di fella ſtramazzar lo fece.