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Tutti cercando il vati tutti gli danno,
Colpa di ſurto alcú che lor fatt’ habbia,
Del dſtrier ch gli ha tolto altri e i affano
C habbia pduta altri la dona arrabbia:
Altri d’altro l’accuſa, e coſi ſtanno
Che nò ſi fan partir di quella gabbia,
E vi ſon molti a queſti inganno preſi
Stati le fettimane intiere e i meli.
[13]
Orlando poi che quattro volte e fei
Tutto cercato hebbe il palazzo ſtrano
Diſſe ſra ſé: qui dimorar potrei
Gittare il tèpo e la fatica in vano:
E potria il ladro hauer tratta coſtei
Da vn’ altra vſcita e molto eſſer lutano:
Con tal penſiero vſci nel verde prato,
Dal qual tutto il palazzo era aggirato.
[14]
Mentre circonda la caſa filueſtra
Tenendo pur a terra il viſo chino:
Per veder f ’ orma appare o da ma deſtra,
O da finiſtra di nuouo camino:
Si ſente richiamar da vna fineſtra
E leua gliocchi, e quel parlar diuino
Gli pare vdire, e par che miri il viſo
Che P ha da quel che ſu tanto diuiſo.
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Pargli Angelica vdir: che ſupplicando
E piangendo gli dica aita aita
La mia virginitá ti raccomando
Piú che l’anima mia piú che la vita:
Duqj in preſentia del mio caro Orlando
Da queſto ladro mi fará rapita?
Piú toſto di tua man dami la morte
Che venir laſci a ſi inſelice ſorte.
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Cjueſte parole vna & vn’ altra volta
Fanno Orlando tornar per ogni ſtanza:
Con paſſione, e con fatica molta,
Ma temperata pur d’ alta ſperanza,
Talhor ſi ferma & vna voce aſcolta,
Che di quella d’Angelica ha ſembiaza:
E s’ egli e da vna parte ſuona altronde,
Che chieggia aiuto, e nò fa trouar dode.
[17]
Ma Tornado a Ruggier ch’io laſciai: qn
Diſſi che per ſentiero ombroſo e ſoſco
Il Gigante e la Donna ſeguitando
In vn gra prato vſcito era del boſco:
Io dico ch’arduo qui doue Orlando
Dianzi arriuo (fe’l loco riconoſco)
Dentro la porta il gran Gigate paſſa
Ruggier glie appſſo e di ſeguir no laſſa
[18]
Toſto che pon détro alla ſoglia il piede
Per la gran corte, e per le loggie mira:
Ne piú il Gigante, ne la Donna vede:
E gliocchi Idarno hor qnci hor qndi aggira
Di ſu di giú va molte volte e riede
Ne gli ſuccede mai quel che deſira:
Ne ſi fa imaginar doue ſi toſto,
Con la Donna il fellon ſi ſia nafeoſto.
[19]
Poi che reuiſto ha quattro volte e cinqj
Di ſu di giú camere e loggie e ſale,
Pur di nuouo ritorna: e non relinque,
Che non ne cerchi ſin ſotto le ſcale,
Con ſpeme al ſin che ſian ne le propine^
Selue, ſi parte, ma vna voce, quale
Richiamo Orládo, lui chiamo nò maco:
E nel palazzo il ſé ritornar’ ancho.