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Le pruoue gli narro che tante volte
Ella d’amarlo dimoſtrato hauea:
Come i parenti e le fuſtantie tolte
Le ſuro, e al ſin per lui morir volea,
E ch’effo teſtimonio era di molte
E renderne buon conto ne potea,
Mentre parlaua i begliocchi ſereni
De la Donna di lagrime eran pieni.
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Era il bel viſo ſuo quale eſſer ſuole
Da prima vera alcunavolta il cielo:
Qn la pioggia cade: e a vn tèpo il Sole
Si ſgombra intorno il nubiloſo velo:
E come il Roſignuol dolci carole
Mena ne i rami alhor del verde ſtelo:
Coſi alle belle lagrime le piume
Si bagna Amore e gode al chiaro lume.
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E ne la face de begliocchi accende
L’aurato ſtrale, e nel ruſcello amorza
Che tra vermigli e bianchi fiori ſcende,
E temprato che l’ha tira di ſorza
Contra il garzon: che ne ſcudo difende
Ne maglia doppia ne ferigna ſcorza:
Clí metre ſta a mirar gliocchi e le chióe
Si ſente il cor ferito e non fa come.
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Le bellezze d’Olympia eran di quelle,
Ch ſon piú rare, e no la ſróte ſola
Gliocchi, e le guade, e le chiome hauea
La bocca, il naſo, gli homeri, e la gola:
Ma diſcendendo giú da le mamelle
Le parti che ſolea coprir la ſtola:
Fur di tanta eſcellentia ch’anteporfe
A quáte n’ hauea il mondo potean ſorſè.
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Vinceano di candor le nieui intatte,
Et eran piú ch’auorio a toccar molli:
Le poppe ritondette parean latte
Ch ſuor de i giuchi allhora allhora tolli
Spatio ſra lor tal diſcèdea: qual fatte
Eſſer veggian ſra piccolini colli
L’obroſe valli: I ſua ſtagione amene
Che’l verno habbia di nieue allhora piene
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I rilettati ſianchi e le belle anche
E netto piú che ſpecchio il ventre piano
Pareano fatti: e qlle coſcie bianche
Da Phidia atomo, o da piú dotta mano:
Di quelle parti debboui dir anche
Che pur celare ella bramaua in vano?
Diro i ſomma ch’in lei dal capo al piede
Quant’ eſſer può beltá tutta ſi vede.
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Se foſſe ſtata ne le valli Idee
Viſta dal paſtor Phrigio: io nò ſo quato
Vener ſé ben vincea quelle tre Dee
Portato haueſſe di bellezza il vato
Ne ſorſè ito faria ne le Amyclee
Contrade eſſo a violar l’hoſpitio ſanto:
Ma detto hauria co Menelao ti reſta
Helena pur ch’altra io nò vo che qſta.
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E ſé foſſe coſtei ſtata a Crotone
Quando Zeuſi l’imagine far volſe
belle Che por douea nel tempio di Iunone:
E tante belle nude inſieme accolſe:
E che per vna farne in perfettione.
Da chi vna parte, e da chi vn’ altra tolſe
Non hauea da torre altra che coſtei
Che tutte le bellezze erano in lei.