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 [48]
Chi d’una ſròba, e chi d’un’ arco armato,
     Chi d’haſta chi di ſpada al lito ſcende:
     E dinanzi e di dietro, e d’ogni lato
     Lòtano e appreſſo, a piú poter l’oſſende,
     Di ſi beſtiale inſulto e troppo ingrato
     Gran merauiglia il Paladin ſi prende,
     Pel moſtro vcciſo ingiuria far ſi vede
     Doue hauer ne ſpero gloria e mercede.

 [49]
Ma come l’Orfo ſuol che per le ſiere
     Menato ſia da Ruſci o da Lituani:
     Paſſando per la via poco temere
     l’importuno abbaiar di picciol cani:
     Che pur non ſé li degna di vedere
     Coſi poco temea di quei Villani
     Il Paladin, che con vn ſoſſio ſolo
     Ne potrá fracaffar tutto lo ſtuolo.

 [50]
E ben ſi fece far ſubito piazza
     Che lor ſi volſe e Durindana preſe:
     S’ hauea creduto quella gente pazza
     Che le doueſſe far poche conteſe,
     Quando ne indoſſo gli vedea corazza,
     Ne ſcudo in braccio, ne alcun’ altro arneſe
     Ma nò ſapea che dal capo alle piate
     Dura la pelle hauea piú che Diamante.

 [51]
Quel che d’Orlado a glialtri far no lece
     Di far de glialtri a lui giá non e tolto:
     Trenta n’uccife, e ſuro in tutto diece
     Botte, o ſé piú non le paſſo di molto:
     Toſto intorno ſgombrar l’arena fece:
     E per ſlegar la donna era giá volto
     Quado nuouo tumulto e nuouo grido
     Fé riſuonar da vn’ altra parte il lido.

 [52]
Mentre hauea il Paladin da queſta bada
     Coſi tenuto i Barbari impediti
     Eran ſenza contraſto quei d’ Irlanda
     Da piú parte ne l’Iſola ſaliti:
     E ſpenta ogni pietá ſtrage neſanda
     Di quel popul facean per tutti i liti:
     Foſſe Iuſtitia o foſſe crudeltade
     Ne feſſo riguardauano ne etade.

 [53]
Neſſun ripar fan gl’Iſolani o poco:
     Parte ch’accolti ſon troppo improuiſo,
     Parte che poca gente ha il picciol loco
     E quella poca e di neſſuno auiſo:
     l’hauer ſu meſſo a ſacco: meſſo fuoco
     Fu ne le caſe, il populo ſu vcciſo,
     Le mura fur tutte adeguate al ſuolo,
     Non ſu laſciato viuovn capo ſolo,

 [54]
Orlando come gli appertenga nulla:
     l’alto rumor, le ſtride, e la ruina
     Viene a colei che ſu la pietra brulla
     Hauea da diuorar l’Orca marina:
     Guarda, e gli par conoſcer la fanciulla:
     E piú le pare, e piú che s’auicina:
     Gli pare Olympia, & era Olympia certo
     Che di ſu a fede hebbe ſi iniquo merto.

 [55]
Mifera Olympia a cui dopo lo ſcorno
     Che gli ſé Amore, ancho fortuna cruda
     Mádo i corſari, e ſu il medeſmo giorno:
     Che la portaro all’Iſola d’Hebuda:
     Riconoſce ella Orlando nel ritorno
     Che fa allo ſcoglio, ma pch’ella e nuda
     Tien baffo il capo, e nò che no gli parli
     Ma gliocchi non ardiſce al viſo alzarli.