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Dal dolor vinta hor Copra il mar ſi lacia
E moſtra i ſianchi e le ſcaglioſe ſchene
Hor dentro vi s’attufa, e con la pancia
Muoue dal fondo, e fa ſalir l’arene:
Sentendo l’acqua il Cauallier di Fracia
Ctl troppo abóda, a nuoto ſuor neviene,
Laſcia l’Anchora fitta, e in mano prende
La ſune che da l’Anchora depende.
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E con quella ne vien nuotando in fretta
Verſo lo ſcoglio: oue fermato il piede
Tira l’Anchora a ſé, ch’in bocca ſtretta,
Con le due piite il brutto Moſtro ſiede,
L’Orca a ſeguire il canape e conſtretta
Da quella ſorza ch’ogni ſorza eccede,
Da quella ſorza che piú in vna ſcoſſa
Tira, ch’in dieci vn’ Argano far poſſa.
[42]
Come Toro ſaluatico ch’ai corno
Gittar ſi ſenta vn’ improuiſo laccio,
Salta di qua di la, s’aggira intorno,
Si colca e lieua, e nò può vſcir d’ ipaccio
Coſi ſuor del ſuo antico almo ſoggiorno
l’Orca tratta per ſorza di quel braccio,
Con mille guizzi, e mille ſtrane ruote:
Segue la ſune, e feior non ſé ne puote.
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Di bocca il ſangue in tata copia ſonde
Ch qſto hoggi il mar Roſſo ſi può dire,
Doue in tal guiſa ella percuote l’onde
Ch’ inſino al fondo le vedrette aprire,
Et hor ne bagna il cielo, e il lume aſcóde
Del chiaro Sol, tanto le fa ſalire,
Rimbobano al rumor ch’intorno s’ode
Le ſelue, i monti, e le lontane prode.
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Fuor de la grotta il vecchio Proteo, qn
Ode tanto rumor fopra il mare eſce:
E viſto entrare e vſcir de l’Orca Orlado
E al lito trar ſi ſmiſurato peſce:
Fugge per l’alto occeano, obliando
Lo ſparfo gregge, e ſi il tumulto creſce
Che fatto al carro i ſuoi Delphini porre
Quel di Nettunno in Etiopia corre.
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Con Melicerta in collo Ino piangendo
E le Nereide co i capelli ſparfi,
Glauci e Tritoni e glialtri non ſappiédo
Doue, chi qua chi la van per ſaluarſi,
Orlando al lito traſſe il peſce horrendo,
Col qual non biſogno piú affaticarli:
Che pel trauaglio, e per l’hauuta pena
Prima mori che foſſe in ſu l’arena.
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De l’Ifola non pochi erano corſi
A riguardar quella battaglia ſtrana:
I quai da vana religion rimorſi
Coſi fant’ opra riputar profana:
E dicean che farebbe vn nuouo torſi
Proteo nimico, e attizar l’ira inſana
Da farli porre il mariti gregge in terra
E tutta rinouar l’antica guerra.
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E che meglio fará di chieder pace
Prima all’oſleſo Dio ch peggio accada:
E queſto ſi fará quando l’audace
Gittato in mare a placar Proteo vada
Come da fuoco l’una a l’altra face
E toſto alluma tutta vna contrada:
Coſi d’un cor ne l’altro ſi difonde,
L’ira ch’Orlando vuol gittar ne l’onde.