Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/152


 [32]
Si tira i remi al petto, e tien le ſpalle
     Volte alla parte, oue diſcender vuole:
     A guiſa che del mare, o de la valle
     Vſcendo al lito il falſo Granchio ſuole
     Era nel’hora che le chiome gialle
     La bella Aurora hauea ſpiegate al Sole
     Mezo ſcoperto anchora e mezo aſcofo,
     Non ſenza ſdegno di Tithon geloſo.

 [33]
Fattoſi appretto al nudo ſcoglio quanto
     Potria gagliarda man gittare vn ſaſſo,
     Gli pare vdire: e non vdire vn pianto
     Si all’orecchie gli vien debole e laſſo,
     Tutto ſi volta ſui finiſtro canto
     E poſto gliocchi appſſo all’onde al baffo
     Vede vna Dona nuda come nacque
     Legata a tróco, e i pie le bagna l’acqj.

 [34]
Perche glie áchor lótana, e pche china
     La faccia tien: no ben chi ſia diſcerne
     Tira in fretta ambi i remi, e s’ auicina
     Con gran difío, di piú notitia hauerne,
     Ma muggiar ſente in queſto la marina
     E rimbombar le ſelue e le cauerne:
     Gófiafi l’onde, & ecco il moſtro appare,
     Ch ſotto il petto ha quaſi aſcofo il mare

 [35]
Come d’ oſcura valle humida aſcende
     Nube di pioggia, e di tempeſta pregna,
     Che piú che cieca notte ſi diſtende
     Per tutto ’l modo, e par che’l giorno ſpegn
     Coſi nuota la ſera, e del mar prède
     Tanto, che ſi può dir che tutto il tegna
     Fremono l’onde, Orlando in ſé raccolto
     La mira altier, ne cangia cor ne volto.

 [36]
E come quel e’ hauea il péſier ben fermo
     Di quanto volea far, ſi moſſe ratto
     E perche alla Donzella eſſere ſchermo
     E la ſera aſſalir poteſſe a vn tratto:
     Entro ſra l’Orca e lei col paliſchermo
     Nel fodero laſciando il brando piatto:
     l’Ancora con la Gomona in man preſe,
     Poi co gra cor l’horribil moſtro atteſe.

 [37]
Toſto che l’Orca s’ accorto e ſcoperſe
     Nel ſchifo Orlando co poco Iteruallo:
     Per ingiottirlo tanta bocca aperſe
     Ch’entrato vn’huomo vi faria a cauallo,
     Si ſpinfe Orlando inanzi: e ſé gl’immerſe
     Con qlla Anchora i gola: e s’io no fallo
     Col battello acho, e l’Anchora attaccolle
     E nel palato, e ne la lingua molle.

 [38]
Si che ne piú ſi puon calar di fopra
     Ne alzar di ſotto le maſcelle horrende,
     Coſi chi ne le mine il ferro adopra
     La terra ouunqj ſi fa via fuſpende,
     Che ſubita ruina non lo cuopra
     Métre mal cauto al ſuo lauoro intende
     Davn’hamo all’altro l’Anchora e tato alta
     Che nò v’arriua Orlando ſé nò ſalta

 [39]
Meſſo il puntello, e fattoſi ſicuro
     Che’l moſtro piú ſerrar nò può la bocca
     Stringe la ſpada, e p quel antro oſcuro
     í Di qua e di la con tagli e punte tocca:
     Come ſi può, poi che ſon dentro al muro
     Giunti i nimici, ben difender rocca:
     Coſi difender l’Orca ſi potea
     Dal paladin che ne la gola hauea.