Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/151


 [24]
Italia e Francia, e tutte l’altre bande
     Del modo, ha poi la crudele arte appſa:
     Alcuno il bronzo i caue ſorme ſpande
     Che liqueſatto ha la ſornace acceſa:
     Bugia altri il ferro, e chi picciol chi grade
     Il vaſo ſorma: che piú e meno peſa
     K qual bobarda, e qual nomina ſcoppío
     Qua! ſemplice cane, qual canó doppio.

 [25]
Qual ſagra, ql falcò, qual colubrina
     Séto nomar, eoe al ſuo author piú agrada
     Che ’l ferro ſpezza, e i marmi apre e ruina
     E ouunqj paſſa ſi fa dar la ſtrada:
     Rendi miſer ſoldato alla ſucina
     Pur tutte l’arme e’ hai fin’ alla ſpada:
     E 1 ſpalla ú feoppio, o vn’ arcobugio predi.
     Ch ſenza io ſo, no toccherai ſtipedi.

 [26]
Come trouaſti o ſcelerata e brutta
     Inuention, mai loco inhuman core?
     Per te la militar gloria e diſtrutta:
     Ter te il meſtier de l’arme e ſenza hono?
     Per te e il valore e la virtú ridutta,
     Che ſpeffo par del buono il rio miglior:
     Non piú la gagliardia non piú l’ardile:
     Per te può in campo al paragon venire.

 [27]
Per te ſon giti & onderai) ſotterra
     Tanti Signori e Cauallieri tanti
     Prima elle ſia ſinita queſta guerra
     Ch 1 modo ma piú Italia, ha meſſo í piali
     Che s’ io v’ ho detto, il detto mio nò erra
     Ch be ſu il piú crudele, e il piú di (piati
     Mai ſuro al mòdo igegni épii e maligni,
     Ch’imagino ſi abominoſi ordigni.

 [28]
Et crederò che Dio, perche vendetta
     Ne ſia in eterno, nel profondo chiuda
     Del cieco Abiſſo, quella maladetta
     Anima appreſſo al maladetto Giuda:
     Ma ſeguitiamo il cauallier ch’infretta
     Brama trouarſi all’Ifola d’Hebuda:
     Doue le belle Donne e delicate
     Son per viuada a vn marin moſtro date.

 [29]
Ma (pianto hauea piú fretta il paladino
     Tanto parca che men l’haueſſe il veto:
     Spiri o dal lato deſtro, o dal mancino
     ne le poppe, ſempre e coſi lento
     Che ſi può far con lui poco camino,
     1 rimanea tal volta in tutto ſpento.
     Suiti. 1 t.ilhor ſi auerfo, che gli e ſorza
     1) di tornare o d’ir girando all’orza

 [30]
Fu volontá di Dio che non veniſſe
     Prima che ’l re d’ Hibemia in qlla parte:
     Accio con piú facilita ſegniſſe
     Quel ch’udir vi faro ſra poche carte,
     Sopra PIfola ſorti Orlando diſſe
     Al ſuo Nochiero, hor q potrai fermarte
     FI battei darmi, che portar mi voglio
     Senz’alila compagnia fopra lo ſcoglio.

 [31]
E voglio la maggior Gomona meco
     F l’Anchora maggior e’ babbi ſui legno
     Io ti faro veder perche l’arreco,
     Se co quel moſtro ad affròtar mi vegno
     dittar ſé in mare il Paliſchermo ſeco
     in lutto quel ih’ era atto al ſuo diſegno
     IHiii l’arme laſcio ſuor che la ſpada,
     E ver Io ſcoglio ſol preſe la ſtrada.