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Italia e Francia, e tutte l’altre bande
Del modo, ha poi la crudele arte appſa:
Alcuno il bronzo i caue ſorme ſpande
Che liqueſatto ha la ſornace acceſa:
Bugia altri il ferro, e chi picciol chi grade
Il vaſo ſorma: che piú e meno peſa
K qual bobarda, e qual nomina ſcoppío
Qua! ſemplice cane, qual canó doppio.
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Qual ſagra, ql falcò, qual colubrina
Séto nomar, eoe al ſuo author piú agrada
Che ’l ferro ſpezza, e i marmi apre e ruina
E ouunqj paſſa ſi fa dar la ſtrada:
Rendi miſer ſoldato alla ſucina
Pur tutte l’arme e’ hai fin’ alla ſpada:
E 1 ſpalla ú feoppio, o vn’ arcobugio predi.
Ch ſenza io ſo, no toccherai ſtipedi.
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Come trouaſti o ſcelerata e brutta
Inuention, mai loco inhuman core?
Per te la militar gloria e diſtrutta:
Ter te il meſtier de l’arme e ſenza hono?
Per te e il valore e la virtú ridutta,
Che ſpeffo par del buono il rio miglior:
Non piú la gagliardia non piú l’ardile:
Per te può in campo al paragon venire.
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Per te ſon giti & onderai) ſotterra
Tanti Signori e Cauallieri tanti
Prima elle ſia ſinita queſta guerra
Ch 1 modo ma piú Italia, ha meſſo í piali
Che s’ io v’ ho detto, il detto mio nò erra
Ch be ſu il piú crudele, e il piú di (piati
Mai ſuro al mòdo igegni épii e maligni,
Ch’imagino ſi abominoſi ordigni.
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Et crederò che Dio, perche vendetta
Ne ſia in eterno, nel profondo chiuda
Del cieco Abiſſo, quella maladetta
Anima appreſſo al maladetto Giuda:
Ma ſeguitiamo il cauallier ch’infretta
Brama trouarſi all’Ifola d’Hebuda:
Doue le belle Donne e delicate
Son per viuada a vn marin moſtro date.
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Ma (pianto hauea piú fretta il paladino
Tanto parca che men l’haueſſe il veto:
Spiri o dal lato deſtro, o dal mancino
ne le poppe, ſempre e coſi lento
Che ſi può far con lui poco camino,
1 rimanea tal volta in tutto ſpento.
Suiti. 1 t.ilhor ſi auerfo, che gli e ſorza
1) di tornare o d’ir girando all’orza
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Fu volontá di Dio che non veniſſe
Prima che ’l re d’ Hibemia in qlla parte:
Accio con piú facilita ſegniſſe
Quel ch’udir vi faro ſra poche carte,
Sopra PIfola ſorti Orlando diſſe
Al ſuo Nochiero, hor q potrai fermarte
FI battei darmi, che portar mi voglio
Senz’alila compagnia fopra lo ſcoglio.
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E voglio la maggior Gomona meco
F l’Anchora maggior e’ babbi ſui legno
Io ti faro veder perche l’arreco,
Se co quel moſtro ad affròtar mi vegno
dittar ſé in mare il Paliſchermo ſeco
in lutto quel ih’ era atto al ſuo diſegno
IHiii l’arme laſcio ſuor che la ſpada,
E ver Io ſcoglio ſol preſe la ſtrada.