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CANTO VNDECIMO



 [1]

Q
Vantunque debil ſreno a mezo il corſo

     Animoſo deſtrier ſpeffo raccolga,
     Raro e pho ch di ragione il morſo
     Libidinoſa ſuria a dietro volga
     Qn il piacere ha i pròto, a guiſa d’Orfo
     Che dal mei non ſi torto ſi diſtolga:
     Poi che gli ne venuto odore al naſo
     O qualche ſtilla ne guſto ſu ’l vaſo.

 [2]
Qual raggio ſia ch ’l buo Ruggier raffrene
     Si ch no voglia hora pigliar diletto
     D’Angelica gentil, che nuda tiene
     Nel ſolitario e comodo boſchetto?
     Di Bradamante piū non gli ſouiene
     Che tanto hauer ſolea ſiſſa nel petto,
     E fegli ne ſouien, pur come prima
     Pazzo e ſé qſta anchor nò pzza e ſtima.

 [3]
Con laqual non faria ſtato quel crudo
     Zenocrate di lui piū continente:
     Gittato hauea Ruggier l’haſta e lo ſcudo
     E ſi trahea l’altre arme impatiente,
     Qn abbaſſando pel bel corpo ignudo
     La donna gliocchi vergognoſamente:
     Si vide in dito il pretioſo annello
     Che giā le tolſe ad Albraca Brunello.

 [4]
Queſto e l’annel ch’ella porto giā i Fracia
     La prima volta che ſé ql camino,
     Col ſratel ſuo, che v’arreco la lancia
     Laqual ſu poi d’Aſtolfo Paladino,
     Con queſto ſé gl’incati vſcire in ciancia
     Di Malagigi al petron di Merlino,
     Co queſto Orlado, & altri vna matina
     Tolſe di ſeruitu di Dragontina.

 [5]
Con queſto vſci inuiſibil de la torre
     Doue l’hauea richiuſa vn vecchio rio,
     A che voglio io tutte ſue pue accorre:
     Se le ſapete voi coſi come io?
     Brunel ſin nel giron le ’l venne a torre,
     Ch’Agramante d’hauerlo hebbe diſio:
     Da indi in qua ſempre Fortua aſdegno
     Hebbe cortei ſin che le tolſe il regno.

 [6]
Hor che ſé ’lvede: come ho detto i mano
     Si di ſtupore, e d’allegrezza e piena
     Che quaſi dubbia di ſognarſi in vano:
     A gliocchi alla man ſua da fede a pena,
     Del dito ſé lo leua, e amano amano
     Se ’l chiude í bocca, e i men ch nò balena
     Coſi da gliocchi di Ruggier ſi cela
     Come fa il Sol quando la nube il vela.

 [7]
Ruggier pur d’ognintorno riguardaua
     E s’aggiraua a cerco, come vn matto:
     Ma poi che de l’annel ſi ricordaua
     Scornato vi rimaſe e ſtupefatto:
     E la ſua inaduertenza beſtemiaua
     E la donna accuſaua di quello atto
     Ingrato e diſcorteſe, che renduto
     In ricompenfa gliera del ſuo aiuto.