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Vedi tra duo Vnicorni, il gran Leone
Che la ſpada d’ argento ha ne la zampa,
Queir e del Re di Scotia il gonſalone
Il ſuo figliol Zerbino iui s’ accampa,
Non e vn ſi bello in tante altre perſone:
Natura il fece: e poi roppe la ſtampa:
Non e in cui tal virtú, tal gratia luca:
O tal poſſanza: & e di Roſcia Duca.
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Porta in azurro vna dorata sbarra
Il Conte d’Ottonlei ne lo ſtendardo,
l’altra bandiera e del Duca di Marra
Che nel trauaglio porta il Leopardo,
Di piú colori, e di piú augei bizarra
Mira l’infegna d’Alcabrun gagliardo,
Che non e Duca Conte ne Marcheſe
Ma primo nel ſaluatico paeſe.
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Del Duca di Trasfordia e quella iſegna
Doue e l’augel ch’ai Sol tie gliocchi ſrachi
Lurcaio Cote ch’i Angoſcia regna
Porta ql Tauro e’ ha duo veltri a i ſischi
Vedi la il Duca d’Albania, che ſegna
Il campo di colori azurri e bianchi,
Quel Auoltor ch’un drago verde lania,
E l’infegna del Conte di Boccania.
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Signoreggia Forbeſſe il ſorte Armano
Che di bianco e di nero ha la bandiera:
Et ha il Conte d’Erelia a deſtra mano,
Che porta in campo verde vna lumiera,
Hor guarda gl’Hiberneſi appſſo il piao,
Sono duo ſquadre, e il Cote di Childera
Mena la prima, e il Conte di Defmonda
Da ſieri monti ha tratta la feconda.
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Ne lo ſtédardo il prio ha ú pino ardete,
L’altro nel bianco vna vermiglia bada:
Non da ſoccorſo a Carlo ſolamente
La terra Ingleſe, e la Scotia, e l’Irlada:
Ma vien di Suetia, e di Noruegia gente,
Da Tile, e ſin da la remota Iſlanda:
Da ogni terra in ſomma, che la giace,
Nimica naturalmente di pace.
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Sedici mila ſono, o poco manco
De le ſpelonche vſciti, e de le ſelue
Hano piloſo il viſo, il petto, il ſianco,
E doſſi, e braccia, e gambe, come belue
Intorno allo ſtendardo tutto bianco
Par che quel pian di lor lance s’ inſelue,
Coſi Moratto il porta il capo loro
Per dipingerlo poi di ſangue Moro.
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Mentre Ruggier di quella gente bella:
Che per ſoccorrer Francia ſi prepara
Mira le varie inſegne, e ne fauella
E de i Signor Britanni i nomi impara,
Vno & vn’ altro a lui: per mirar quella
Beſtia fopra cui ſiede vnica o rara:
Marauiglioſo corre e ſtupefatto,
E toſto il cerchio intorno gli ſu fatto.
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Si che per dare anchor piú marauiglia
E p pigliarne il buo Ruggier piú gioco:
Al volante Corſier ſcuote la briglia:
E cogli ſproni a i ſischi il toccavn poco
Quel verſo il ciel p l’aria il carni piglia
E laſcia ogn’ uno attonito in quel loco
Quindi Ruggier (poi ch di bada í bada,
Vide gl’Ingleſi) andò verſo l’Irlanda.