Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/144


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Vedi tra duo Vnicorni, il gran Leone
     Che la ſpada d’ argento ha ne la zampa,
     Queir e del Re di Scotia il gonſalone
     Il ſuo figliol Zerbino iui s’ accampa,
     Non e vn ſi bello in tante altre perſone:
     Natura il fece: e poi roppe la ſtampa:
     Non e in cui tal virtú, tal gratia luca:
     O tal poſſanza: & e di Roſcia Duca.

 [85]
Porta in azurro vna dorata sbarra
     Il Conte d’Ottonlei ne lo ſtendardo,
     l’altra bandiera e del Duca di Marra
     Che nel trauaglio porta il Leopardo,
     Di piú colori, e di piú augei bizarra
     Mira l’infegna d’Alcabrun gagliardo,
     Che non e Duca Conte ne Marcheſe
     Ma primo nel ſaluatico paeſe.

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Del Duca di Trasfordia e quella iſegna
     Doue e l’augel ch’ai Sol tie gliocchi ſrachi
     Lurcaio Cote ch’i Angoſcia regna
     Porta ql Tauro e’ ha duo veltri a i ſischi
     Vedi la il Duca d’Albania, che ſegna
     Il campo di colori azurri e bianchi,
     Quel Auoltor ch’un drago verde lania,
     E l’infegna del Conte di Boccania.

 [87]
Signoreggia Forbeſſe il ſorte Armano
     Che di bianco e di nero ha la bandiera:
     Et ha il Conte d’Erelia a deſtra mano,
     Che porta in campo verde vna lumiera,
     Hor guarda gl’Hiberneſi appſſo il piao,
     Sono duo ſquadre, e il Cote di Childera
     Mena la prima, e il Conte di Defmonda
     Da ſieri monti ha tratta la feconda.

 [88]
Ne lo ſtédardo il prio ha ú pino ardete,
     L’altro nel bianco vna vermiglia bada:
     Non da ſoccorſo a Carlo ſolamente
     La terra Ingleſe, e la Scotia, e l’Irlada:
     Ma vien di Suetia, e di Noruegia gente,
     Da Tile, e ſin da la remota Iſlanda:
     Da ogni terra in ſomma, che la giace,
     Nimica naturalmente di pace.

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Sedici mila ſono, o poco manco
     De le ſpelonche vſciti, e de le ſelue
     Hano piloſo il viſo, il petto, il ſianco,
     E doſſi, e braccia, e gambe, come belue
     Intorno allo ſtendardo tutto bianco
     Par che quel pian di lor lance s’ inſelue,
     Coſi Moratto il porta il capo loro
     Per dipingerlo poi di ſangue Moro.

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Mentre Ruggier di quella gente bella:
     Che per ſoccorrer Francia ſi prepara
     Mira le varie inſegne, e ne fauella
     E de i Signor Britanni i nomi impara,
     Vno & vn’ altro a lui: per mirar quella
     Beſtia fopra cui ſiede vnica o rara:
     Marauiglioſo corre e ſtupefatto,
     E toſto il cerchio intorno gli ſu fatto.

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Si che per dare anchor piú marauiglia
     E p pigliarne il buo Ruggier piú gioco:
     Al volante Corſier ſcuote la briglia:
     E cogli ſproni a i ſischi il toccavn poco
     Quel verſo il ciel p l’aria il carni piglia
     E laſcia ogn’ uno attonito in quel loco
     Quindi Ruggier (poi ch di bada í bada,
     Vide gl’Ingleſi) andò verſo l’Irlanda.