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Si che s’ hauete cauallier deſire
Di por per me ne l’a’ltra ripa i paiTí,
Promettetemi prima che ſinire
Queſt’ altro meſe proſſimo ſi laſſi.
Ch’ai Re d’ Hibernia v’aderete a vnire
Appreſſo alqual la bella armata faſſi,
Per diſtrugger quell’Itala d 1 Hebuda
Che di quate il mar clge, e la piú cruda,
[12]
Voi douete ſaper ch’oltre l’Irlanda
Fra molte che vi ſon l’Itala giace
Nomata Hebuda: che per legge manda
Rubando intorno il tao popul rapace,
E quante Donne può pigliar: viminei. i
Tutte deſtina a vii’ animai vorace.
Ch viene ogni di al lito: e Tempre Duoua
Donna donzella onde ſi pafea truoua,
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Che mercanti e corſar che vano attorno
Ve ne fan copia, e piú delle piú belle,
Ben potete contare vna per giorno
Quante morte vi ſian done e donzelle:
Ma ſé pietade in voi truoua ſoggiomo
Se non ſete d’ Amor tutto ribelle:
Siate contento eſſer tra queſti eletto
Che van per far ſi fruttuofo effetto.
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Orlando volta a pena vdire il tutto
Che giuro d’ eſſer primo a qlla impreſa,
Come quel ch’alcú atto iniquo e brutto
Non può ſentire, e d’aſcoltar gli peſa,
E ſu a penſare, indi a temere indutto
Che qlla gente Angelica habbia preſa:
Poi che cercata l’ha per tanta via
Ne potutone anchor ritrouar ſpia
[15]
Queſta imagination ſi gli confuta
E ſi gli tolta ogni primier diſegno:
Che quato in fretta piú potea: cochiuſe
Di Nauigare a quello iniquo regno,
Ne prima l’altro Sol nel mar ſi chiuſe
Ch preſſo a Sa Malo ritrouo vn legno:
Nel qual ſi pota: e fatto alzar le vele
Paſſo la notte il monte San Michele,
[16]
Brehaco e Landriglier laſcia a ma maca
E va radendo il gran lito Britone,
E poi ſi drizza in ver l’arena bianca
Onde Ingleterra ſi nomo Albione,
Ma il vento ch’era da Meriggie manca,
E ſoſſia tra il ponente e l’Aquilone
Con tanta ſorza che fa al baſſo porre
Tutte le vele, e ſé per poppa torre.
[17]
Quanto il nauilio inanzi era venuto
In quattro giorni, í vn ritorno in dietro,
Nel’alto mar dal buon nochier tenuto:
Ch nò dia I terra, e ſembri vn ſragil vetro
Il vento poi che ſurioſo tato,
Fu quattro giorni, il qnto cangio metro:
Laſcio ſenza cotraſto il legno entrare
Doue il fiume d’Anuerſa ha ſoce imare.
[18]
Toſto che ne la ſoce entro lo ſtanco
Nochier col legno afflitto, e il lito preſe
Fuor d’ una terra che ſui deſtro ſianco
Di quel fiume ſedeua, vn vecchio ſcefe,
Di molta etá, per quanto il crine bianco
Ne daua indicio, il qual tutto corteſe
Dopo i fatati al conte riuoltoſſe,
Che capo giudico che di lor foſſe.